Grosseto

Confindustria: «Così la Maremma del 2029 sarà una terra dall’economia finalmente competitiva» fotogallery

Assemblea Confindustria

GROSSETO – Dotazione di infrastrutture, tecnologia e formazione per una manifattura e un lavoro di qualità, integrazione tra settori produttivi, intesa strategica tra istituzioni, associazioni, politica e imprese. È il “patto per il futuro” lanciato dalla delegazione di Grosseto di Confindustria Toscana Sud all’assise 2019, il cui tema è stato “2029: ritorno al futuro”. Una visione proiettata al prossimo decennio, resa ancor più realistica da un video particolarmente suggestivo – realizzato per l’occasione e proiettato con grande successo all’inizio dell’assemblea – che immagina una Maremma finalmente competitiva, capace di offrire lavoro qualificato alle giovani generazioni.

«Se immagino la Maremma del 2029 – ha detto nella sua relazione il presidente della delegazione di Grosseto, Francesco Pacini – vedo una terra dinamica che ha sviluppato una manifattura di qualità, tecnologica; imprese di servizi, giovani e innovative; una decisiva crescita del settore agroalimentare e agroindustriale; un settore turistico con un modello di accoglienza sempre più qualificato. È uno scenario realistico: lo dimostrano tanti imprenditori maremmani che hanno successo. Ma affinché questa visione si realizzi occorre anche una grande apertura da parte di tutti: istituzioni, associazioni, politica, cittadini. E naturalmente occorre l’apertura culturale degli imprenditori nei confronti dell’innovazione: se non la sosterremo, rischiamo di non risolvere la grande emergenza del nostro tempo, i giovani, e dunque di mettere a rischio il nostro futuro. Un futuro che per noi passa dall’integrazione tra settori produttivi che si sostengono e che sono l’uno complementare all’altro. Siamo fiduciosi, perché il futuro che abbiamo in mente e i problemi della nostra terra che vogliamo risolvere sono uguali per tutti».

«Ascoltando i giovani imprenditori maremmani che hanno raccontato la loro esperienza di successo, infatti, l’unione d’intenti è già realtà – continua Pacini -. La ferma volontà di continuare a puntare sull’innovazione tecnologica e l’urgente richiesta di superare il gap infrastrutturale (in particolare l’isolamento territoriale) sono i capisaldi del pensiero di chi ce l’ha fatta ad emergere»

«Siamo riusciti a vendere i pomodori anche in inverno: c’è voglia di qualità. Vorrei che la Maremma diventasse l’orto d’Europa» commenta Luigi Galimberti di “Sfera”. «Esportiamo il 91% della nostra produzione di generatori di azoto e ossigeno e per i collaudi dobbiamo andare in Francia perché i nostri clienti hanno difficoltà a raggiungere Grosseto» dichiara Federico Guidarelli di “Noxerior”, mentre Ilaria Tosti dell’azienda meccanica “Tosti”: Viviamo in un contesto locale, ma dobbiamo guardare oltre. Immagino un futuro che punti sempre più sul software e sull’intelligenza artificiale». E ancora interviene Claudio Vitelli dell’azienda nautica “Vitelli”: «I nostri competitor sono tutti in un raggio di 30 chilometri da Milano: dovremmo essere avvantaggiati perché abbiamo il mare, invece abbiamo l’handicap di essere distanti 100 chilometri dalla prima autostrada». Lucio Cinà di “Cicci Research” continua: «Abbiamo inventato Arkeo, l’apparecchiatura più innovativa nella ricerca sul fotovoltaico, e abbiamo scelto di restare a Grosseto: ma abbiamo bisogno di infrastrutture per continuare a puntare sull’export». E anche Laura Russo, giovanissima grossetana neolaureata in russo alla prestigiosa Ssmlit di Trieste, ha deciso di scommettere sulla sua terra: «Solo dopo che me ne sono andata per studiare ho capito davvero la ricchezza di questo territorio e ho deciso di tornare per investire nelle mie competenze».

A proposito di giovani generazioni e dell’integrazione tra settori produttivi, un “avvertimento” è arrivato dalla testimonianza di Lorenzo Borga, giovanissimo giornalista de Il Foglio e SkyTg24: «Se pensassimo al turismo come all’unico settore in grado di sostenere l’economia per i prossimi dieci anni, sbaglieremmo. Non può essere il centravanti: è un ruolo che spetta all’industria, alla manifattura».

L’assessore regionale alle Infrastrutture, Vincenzo Ceccarelli, ha portato una testimonianza particolarmente significativa: «Da soli non si va da nessuna parte. E la manifestazione del 12 ottobre ha sancito che siamo uniti sulla soluzione da adottare per il completamento del Corridoio tirrenico. Opera pronta nel 2029, come immagina Confindustria? Sarei pronto a metterci la firma. Più in generale, in Toscana abbiamo realizzato infrastrutture per 5 miliardi negli ultimi 5 anni, e ne sono programmate altre per 8 miliardi: anche così si recupera il ritardo dalla digitalizzazione. E stiamo cercando di creare un marchio che valorizzi l’origine toscana dei prodotti: puntiamo a riuscirci per la fine del mandato».

commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI