Il caso

Altra aggressione a un autista Tiemme. La Cgil: «Vittime di un’aggressività dilagante»

Tiemme

GROSSETO – Nei giorni scorsi un altro autista di Tiemme è stato oggetto di un’aggressione nel corso dello svolgimento del proprio lavoro.

«Questa volta è successo a Firenze – spiega Alberto Allegrini, responsabile del trasporto pubblico locale nella segreteria provinciale della Filt-Cgil – all’incrocio tra via Orti Oricellari e viale Alamanni, a due passi dalla stazione di Santa Maria Novella. E l’aggressione non è avvenuta da parte di un passeggero, ma di un automobilista che aveva parcheggiato male la propria macchina, causando il piccolo incidente in cui sono stati coinvolti l’autobus di Tiemme proveniente da Grosseto e un altro veicolo. Il nostro collega, paradossalmente, è stato aggredito da chi aveva causato l’incidente, e solo perché gli è stato chiesto di aspettare l’arrivo dei vigili urbani per i rilievi. Una violenza che lo ha costretto al ricovero al pronto soccorso, con una prognosi di 4 giorni”.

“Quello che colpisce – aggiunge Allegrini – è che i pretesti delle aggressioni hanno un ventaglio sempre più ampio, e a volte, come in questo caso, prescindono dalle responsabilità del personale di Tiemme. Di fronte alle quali, ad ogni modo, non sarebbe comunque mai lecito reagire con la violenza”.

“L’incattivimento sociale e la solitudine delle persone, stanno facendo abbassare pericolosamente il livello di guardia nei comportamenti sociali – spiega Allegrini -Noi autisti viviamo sulla nostra pelle il disagio profondo per un’aggressività dilagante figlia di una frustrazione sociale alla quale sembra non esserci argine, e siamo davvero preoccupati sia per la nostra sicurezza che per la qualità della vita nelle comunità in cui operiamo. Se continuiamo di questo passo, teoricamente dovremmo pretendere un operatore della sicurezza accanto a ogni autista. Cosa evidentemente impossibile. La Cgil da parte sua sta facendo tutto quanto il possibile: abbiamo ottenuto l’installazione di telecamere a bordo dei mezzi, qualche volta la presenza di personale vigilante. Interloquiamo regolarmente con Prefettura, Forze dell’ordine e Comuni. Ma l’impressione che abbiamo stando sul campo, è che sia necessario un cambio di passo da parte dei cittadini. I violenti, infatti, si sento molto più in difficoltà se vengono isolati socialmente”.

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