Gavorrano

Tragedia Erasmus, Biondi scrive al presidente del Consiglio Conte: «Vogliamo giustizia per Elena»

Maestrini Biondi

GAVORRANO – La recente e terza archiviazione dell’inchiesta sulla strage del bus Erasmus, che il 20 marzo del 2016 causò la morte di 13 ragazze, tra cui anche 7 studentesse italiane, ha provocato l’ennesima onda di protesta; incredulità da parte delle istituzioni italiane e un incubo infinito per i genitori delle giovani vittime dell’incidente, tra cui anche la famiglia di Elena Maestrini (nella foto da sinistra Gabriele Maestrini e Andrea Biondi).

Il sindaco Andrea Biondi, come ha sempre sottolineato fin dal suo insediamento, insieme alla comunità gavorranese è a fianco dei genitori di Elena Maestrini, Roberta e Gabriele e sostiene la loro battaglia legale con tutti i suoi mezzi a disposizione e in modo «incondizionato», come ha ribadito in più occasioni.

In seguito alla notizia dell’ultima archiviazione Biondi ha scritto una lettera d’appello al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in cui sollecita un’azione di governo e chiede anche un incontro con la famiglia Maestrini che da tre anni ormai attende giustizia.

«Con la presente – scrive Andrea Biondi nella lettera inviata a Giuseppe Conte -, in qualità di primo cittadino del Comune di Gavorrano Le scrivo per portare alla Sua attenzione l’appello disperato dei genitori di Elena Maestrini, la studentessa Erasmus di 21 anni che perse la vita in Spagna il 20 marzo 2016 nel tragico incidente stradale nel quale persero la vita altre dodici studentesse, sette delle quali italiane, al rientro in autobus da Valencia dove avevano assistito ai festeggiamenti per una celebre ricorrenza locale. L’incidente sconvolse fortemente la piccola comunità di Gavorrano che da allora si è stretta attorno alla famiglia di Elena appoggiandola e sostenendola nella ricerca della verità sull’incidente al fine di impedire il ripetersi di simili tragedie».

«Alla notizia – prosegue Biondi – dell’ennesima archiviazione disposta dai giudici spagnoli, Gabriele Maestrini, padre di Elena ha replicato con le seguenti parole: “Chiediamo con forza al Governo italiano un impegno formale affinché emerga la verità su quello che è successo. Da quanto verrà fuori mi auguro che le istituzioni, i politici e i tecnici prendano tutte le accortezze affinché la sicurezza dei nostri giovani sia più tutelata. Richiederemo l’appello al tribunale di Tarragona. Questo perché abbiamo visto che questo giudice per la terza volta ha archiviato l’inchiesta pur essendo in presenza di elementi ufficiali che dicono tutt’altro. Queste ragazze non si sono suicidate, ma stavano vivendo la loro esperienza di vita e di studio Erasmus. È giusto che sia data giustizia e verità a questa tragedia”».

«Con questa lettera – conclude -, a nome della comunità che rappresento, Le chiedo in primo luogo di voler incontrare il Signor Maestrini, per ascoltare dalla sua voce l’intera vicenda e, nel caso, di promuovere un’azione del Governo volta non soltanto all’identificazione delle responsabilità dell’incidente ma soprattutto all’apertura di un confronto costruttivo per l’uniformazione delle norme di sicurezza e individuazione delle responsabilità nei progetti di scambio internazionale con gli altri partner europei, nella consapevolezza dell’importanza delle esperienze di studio all’estero per lo sviluppo e l’arricchimento del capitale umano delle giovani generazioni. Confidando nella Sua sensibilità, La ringrazio anticipatamente e porgo i migliori saluti. Il Sindaco Dott. Andrea Biondi».

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