L'opinione

#tiromancino – Promuovere il turismo «a piedi nudi nel parco» per rilanciare la destinazione Maremma

Tiro Mancino

GROSSETO – «A piedi nudi nel parco» il turismo maremmano potrebbe risultare molto più competitivo, riscoprendo una vocazione che negli anni si era un po’ appannata.

Lo dimostrano nel loro piccolo i numeri messi a segno dal Parco naturale della Maremma in occasione dei recenti ponti primaverili, a cavallo tra Pasqua e Primo maggio. Quando a dispetto di un meteo poco entusiasmante è stato registrato un incremento del 35% dei biglietti staccati sullo stesso periodo dell’anno precedente. E addirittura del 70%rispetto agl’ingressi del 2016. Elemento non secondario da considerare, nonostante la congiuntura economica tragica che sembra aver messo le “vipere in tasca” ai turisti. Almeno a quelli italiani.

Peraltro tutte le analisi di settore prevedono una crescita a medio termine del segmento di mercato che abbraccia turismo naturalistico, trekking, escursionismo e cicloturismo. Esattamente quel tipo di prodotto turistico nel quale la Maremma potrebbe eccellere su più fronti, se solo riuscisse ad esprimere una strategia integrata di promozione e offerta di pacchetti turistici adeguata alle potenzialità che è in grado di esprimere.

Per capirsi, semplicemente mettendo in fila quel che già c’è sul territorio: Parco della Maremma, Riserva naturale delle Bandite di Scarlino, Oasi Wwf di Burano e Feniglia, Parco archeo-minerario delle Colline Metallifere, Parco interprovinciale di Montioni, Riserva naturale del Monte Labro, Vie cave etrusche di Sorano e Pitigliano, e nello stesso filone il recentissimo Mu.Bia. Il Museo delle Biancane di Monterotondo Marittimo, che va ad integrarsi con il Museo di storia naturale della Maremma. Una vasta rete di offerta turistica, della quale, volendo, potrebbero essere considerate parte integrante altre realtà come ad esempio i Parchi avventura (Scarlino, Amiata e Marina di Grosseto) o i centri di diving disseminati lungo la costa. Ma anche la rete delle ciclovie, ippovie, l’escursionismo fluviale o la sentieristica per il trekking. E via discorrendo.

Insomma di materiale per strutturare un’offerta articolata e mirata ai cultori di madre natura, in provincia di Grosseto ce ne sarebbe in abbondanza. Solo che si voglia vedere il quadro d’insieme e non le singole tessere che lo compongono. In questo senso, ad esempio, bisognerebbe andare oltre la pur legittima organizzazione della Maremma per Ambiti turistici ottimali, ritagliata su criteri di contiguità e omogeneità turistico/territoriale. L’offerta turistica a forte connotazione ambientale, infatti, è trasversale alle tradizionali partizioni fra balneare, montano, termale, agrituristico e artistico.

Tutto questo potrebbe costituire il terreno adatto per cimentarsi nell’impresa di costruire, in termini di prodotto e di marketing, un’unica proposta che caratterizzi la provincia di Grosseto come “distretto della natura”, nell’ambito ovviamente delle politiche di promozione turistica della Toscana e dei suoi territori. E senza entrare in conflitto con la recente riorganizzazione per Ambiti.

D’altra parte, anche la tradizionale obiezione che la scarsità di risorse impone la loro concentrazione su pochi obiettivi – fatalmente i più grossi – può essere superata. E ancora una volta torna utile l’esempio di ciò che sta facendo il Parco regionale della Maremma con la discreta regia della presidente Lucia Venturi. L’area protetta dei monti dell’Uccellina, infatti, quest’ano è riuscita a raggiungere gli 8.142 i biglietti staccati nei primi quattro mei del 2019 (rispetto ai 5.237 del 2018 e ai 2.576 del 2016) senza avere risorse in più a disposizione. Ma mettendo a punto una serie di azioni convergenti e a basso costo che vanno dalla riorganizzazione della logistica dell’accoglienza e della mobilità all’interno del Parco, all’apertura di nuovi percorsi, come quello da Talamone, fino a una strategia di promozione veicolata sui social (facebook e instagram) e alla messa a disposizione gratuita di guide ambientali in luoghi strategici lungo i percorsi, che hanno riscontrato l’apprezzamento entusiasta dei visitatori. Insomma, a volte, il buon senso e le soluzioni apparentemente semplici sono la chiave di volta per ottenere risultati inattesi.

Come le percentuali in forte crescita dei recenti ponti primaverili su tutti gli itinerari e per tutte le modalità di visita. Con un + 34% sugli itinerari a piedi, + 34% per quelli in bicicletta, grazie anche all’apertura del Ponte sull’Ombrone che collega Grosseto all’area protetta; + 60% per gli itinerari in carrozza, mentre “solo” un +17% i risultati degli itinerari in canoa, penalizzati dalle condizioni meteo sfavorevoli. Molto positivo, in particolare, il dato che riguarda Talamone con gli itinerari che hanno fatto registrare un + 67% rispetto allo scorso anno, grazie alla novità del nuovo ingresso di fronte alla Cisterna romana recentemente restaurata, ed un +37% degli ingressi all’Acquario.

L’idea della provincia di Grosseto come “distretto del turismo ambientale”, a essere onesti, è tutt’altro che una novità. In premessa era già parte integrante del progetto di valorizzazione della Maremma come destinazione turistica – il cui slogan era non a caso “Maremma la natura in persona” – che aveva elaborato e condiviso Francesco Tapinassi, esperto di turismo e comunicazione turistica, chiamato dall’allora presidente Marras come dirigente del settore della Provincia (fino al 2014). Poi il filo del ragionamento è stato tagliato per molti motivi, non ultimo dei quali l’eutanasia indotta delle Provincie.

Forse è il caso di riprendere da dove si era appena cominciato. Senza aspettare finanziamenti improbabili e cabine di regia politico/istituzionali che in questo momento né la politica, autoreferenziale, né le istituzioni, sfiancate, sono in grado di mettere in piedi. Ma a partire dall’elaborazione teorico/culturale e dalla buona volontà di chi opera sul campo.

Chissà che così facendo la “natura” non possa diventare in tempi ragionevoli davvero un asset strategico per il turismo maremmano. Strategico nel senso di costitutivo e non più episodico.

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