La polemica

Riorganizzazione delle scuole comunali: «Mancanza di trasparenza. Il sindaco ha fatto tutto da solo»

Stefano Rosini

GROSSETO – «In merito alle variazioni apportate al dimensionamento scolastico come circolo ci domandiamo se esiste una delibera comunale, un atto del consiglio comunale o di una commissione consiliare che regoli quanto adottato dall’amministrazione comunale di Grosseto» a chiederlo è il segretario del Pd circolo Pace, Stefano Rosini.

«Vogliamo parlare di questa mancanza di trasparenza – prosegue Rosini – visto che il provvedimento lo stiamo venendo a conoscere attraverso i comunicati sui giornali o durante i vari collegi dei docenti e addirittura leggiamo che a livello di territorio grossetano ci saranno delle novità dove gli stessi sindacati denunciano una mancanza di progettualità. Il sindaco di Grosseto ha reso partecipi i rappresentanti dei lavoratori a questo nuovo dimensionamento? E’ stata mai convocata la commissione consiliare competente?Quale scelta è stata fatta? Ci sono stati dibattiti?»

«Quello che sta avvenendo è una dignità mancata nei confronti di tutto il Consiglio Comunale – aggiunge il segretario – e una perdita di valore della commissione qualificata, il percorso dovrebbe essere democratico, condiviso dall’inizio alla fine, invece anche ora sono partiti da soli e stanno arrivando da soli. Siamo ai livelli di un blitz, senza dibattito, senza discussione. Il dimensionamento scolastico non è solo della maggioranza, ma è di tutti, altrimenti siamo in dittatura e Il sindaco dovrebbe essere il fautore dell’equilibrio e della democrazia cercando almeno di condividere le scelte, le stesse scelte che stavolta hanno fatto venir meno il principio base della partecipazione».

«La commissione non ha lavorato – sottolinea Rosini – perché la maggioranza ha deciso tutta da sola, anzi siamo curiosi di sapere quanti consiglieri di maggioranza erano e sono oggi a conoscenza di questo accordo solitario del sindaco, e soprattutto se gli Istituti del nostro comune sono stati coinvolti con i loro organismi interni e quanti hanno condiviso queste scelte. Il punto però non è solo la trasparenza, si dovrebbe stabilire quale sia l’ottimale dimensione di un istituto e in base a questa si dovrebbero fissare dei limiti perché non è possibile individuare tale ottimale dimensionamento in astratto».

«I cambiamenti creano disagi – conclude il segretario – perché attivano la burocrazia, qua non c’è la volontà di intraprendere un percorso condiviso, ecco perché questa amministrazione ha letteralmente preso in giro tutto il consiglio comunale».

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