Politica

La proposta di Fratelli d’Italia: «Più tempo per la fatturazione elettronica»

Luca Vitale Vela

GROSSETO – Da gennaio entrerà in vigore l’obbligo di emissione di fattura elettronica tra privati titolari di partita Iva.

“Dal 2015 le amministrazioni pubbliche erano già state obbligate ad utilizzare questo sistema di fatturazione, ad aprile di quest’anno si è deciso di estendere l’obbligo anche ai soggetti privati. A primo acchito questo provvedimento può apparire vantaggioso per tutti, a ben vedere, però, rischia di gravare ulteriormente sulle piccole-medie imprese disseminate sul territorio italiano”.
È quanto sostiene Giorgia Meloni: secondo la presidente di Fratelli d’Italia l’obbligo di fatturazione telematica “rischia di essere semplicemente un altro modo per vessare le aziende, in particolare quelle piccole, già massacrate da tasse e burocrazia”. Fratelli d’Italia propone quindi che l’obbligo sia applicabile solo ai soggetti che fatturano annualmente cifre superiori ai 10 mila euro e che venga dato più tempo alle piccole imprese per adattarsi a questo nuovo sistema, facendo slittare l’entrata in vigore dell’obbligatorietà al 2022.

“La proposta della Meloni è frutto del buon senso – commenta Luca Vitale, esponente grossetano di Fratelli d’Italia – “in un momento di estrema difficoltà per le imprese locali, pensare di introdurre queste novità significa non tenere in considerazione il disagio delle piccole attività, che dovranno fare i conti con costi che andranno a gravare ancora di più sulle casse delle imprese stesse”.

“Le piccole attività artigiane, per esempio, spesso gestite familiarmente, dovranno dotarsi di software specifici – continua Vitale – ciò significa sobbarcarsi di costi fissi importanti per attività
che spesso fatturano poco più di qualche migliaio di euro. Inoltre, data la complessità della compilazione elettronica, molti dovranno affidarsi a personale specializzato o deputare la fatturazione ad agenzie di servizi. È impensabile che tutto questo avvenga senza danno per le attività locali che a fatica resistono alla concorrenza delle multinazionali. Chiediamo quindi al governo di riflettere su queste problematiche, evitando di rendere ancor più asfittica la sopravvivenza economica delle piccole imprese”.

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