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Libera caccia risponde a Federcaccia: «Non siamo noi a voler cambiare la caccia al cinghiale»

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GROSSETO – «Non riesco a capire cosa abbia portato il presidente provinciale Federcaccia ad attaccare la Libera Caccia con dichiarazioni che mi offendono» afferma Giussano Valentini, presidente provinciale Libera Caccia. «Io non sono mai stato avventuriero o cercatore di tessere. I cacciatori che vengono a tesserarsi da me da altre associazioni vengono accolti con educazione, e mai chiedo loro i motivi. Saluto e ringrazio il nuovo socio. Non è vero che la Libera Caccia chiede la riduzione dei 400 metri del “baffer”. Anzi ne è stata la promotrice con il suo rappresentante nel passato comitato di cui eri presidente tu, con innumerevoli riunioni sul territorio. Ma tu eri presente? Inoltre a Firenze a difendere le squadre di cinghiale la FIDC dove era? Quindi non puoi tacciarci di voler trasformare la caccia al cinghiale».

«In quanto a riduzione del “buffer” ti consiglierei di andare a leggere “ritiene sia necessario” il tuo presidente. In tema di poltrone, la Federcaccia è maestra nell’accaparramento nelle varie strutture ZRC (zone di riproduzione e cattura), ZRV (Zone di rispetto venatorio)… Se si sono rivisti i fagiani il merito va “tutto” al comitato. Devi riconoscere l’opera del mio rappresentante Cacciò, che è riuscito a concludere il CUC con il Comune dell’Argentario. Se poi vogliamo parlare di selezione o contenimenti, credo che la Federcaccia non sia inferiore a nessuno, e non per difendere l’URCA, associazione di cui io non vado assolutamente a traino, come affermi tu» conclude Valentini.

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