
GROSSETO – Erba alta, rifiuti abbandonati, posti auto mancanti e una viabilità da rivedere. Sono molto i problemi di via Sauro, come ricorda il segretario Pd del circolo di Barbanella che nei giorni scorsi, assieme ai consiglieri, hanno incontrato i residenti «consapevoli di vivere in una parte della città ormai abbandonata a se stessa».
«I problemi sono molteplici e alcuni sotto forma di vero e proprio incubo – afferma il Pd -; tutta la parte abitativa che confina con la zona di proprietà della ferrovia, nella parte adibita a ex deposito, è “coltivata a giungla” e non si contano più i casi in cui serpenti (non è mancata la presenza di qualche vipera) vengono avvistati nei giardini dove spesso giocano figli e nipoti».
«Come se non bastasse gli abitanti di via Sauro sono stati anche i fortunati prescelti a essere tra i primi a partire con i cassonetti intelligenti; in una via dove lo spazio per posteggiare è misurato in centimetri, l’installazione di quattro postazioni per un totale di sedici cassonetti toglie almeno venti posti macchina. E’ palese che i cassonetti da qualche parte siano posizionati ma si chiede che almeno sia attuato un minimo di criterio al fine di evitare i disagi. Anche se la scelta dei cassonetti intelligenti è oramai una strategia definitiva, che almeno si adottino sistemi che tengano conto della specificità di ogni zona, della loro caratteristica urbanistica e non ultimo della composizione della popolazione. In via Sauro gli anziani residenti sono molti e il nuovo sistema della raccolta rifiuti sta provocando enormi problemi sia per la gestione sia per la necessaria spartizione dell’umido e del multi materiale che altrimenti non passa dalle piccole aperture dei cassonetti stessi. Un sistema che così favorisce solo l’inciviltà portando i più maleducati a lasciare tutto per terra».
«In mezzo a tutte queste difficoltà, non ci si è fatti mancare anche quella sulla viabilità del traffico con una gestione dei sensi unici quantomeno bizzarra. Chi entra in via Sauro o chi abitando nel primo tratto, quello che parte dalla rotonda, se vuole uscirne, grazie ad un incomprensibile senso di marcia inverso in via Populonia e in via Volsinia, invece di poter accedere con facilità in via Giulio Cesare è costretto a fare tutto il giro andando verso il sottopassaggio e ritornare indietro da via Ansedonia, insomma – conclude il Pd – un vero e proprio giro dell’oca».