
GROSSETO – La sezione “Maremma Toscana” di Italia Nostra, per bocca del suo presidente, Michele Scola, attacca l’operato del Consorzio di Bonifica, accusando l’Ente di mettere in atto interventi spot, alcuni dei quali al di fuori del periodo consentito.
«In questi giorni – dice Scola – stanno arrivando a tutti i cittadini toscani proprietari di immobili le bollette del Consorzio di Bonifica. Solo per il 2018 sono previsti oltre 20 milioni di euro per interventi di “manutenzione” del reticolo idraulico e altri generici interventi, che comportano, solo per la progettazione, costi di quasi un milione e mezzo. Tali interventi sono effettuati a spot, senza una reale valutazione globale della loro azione combinata, sulla base, come ammette lo stesso Consorzio, delle indicazioni dei comuni, e della generica esperienza e conoscenza maturata dagli operatori del Consorzio medesimo».
«Ci sembra un po’ poco – prosegue il presidente della sezione “Maremma Toscana” – per un piano operativo che avrà pesanti effetti sull’assetto idrogeologico del territorio, fare un così insufficiente riferimento a reali valutazioni di rischio idrogeologico. Una semplificazione pericolosa, che periodicamente produce i suoi effetti nefasti: incidere su un tratto di alveo determina effetti sia a monte che a valle degli interventi. La situazione più drammatica è appunto a valle, verso la costa, dove si trovano gli insediamenti umani più popolosi. Ma questa grande quantità di cittadini non conta nulla, non ha voce in capitolo. Contano i grandi proprietari, che pretendono lavori di sistemazione a difesa dei loro vasti terreni agricoli, situati generalmente a monte degli insediamenti umani più importanti. L’assemblea consortile è divisa in tre sezioni elettorali in base all’intero ammontare dei contributi di bonifica (i soldi che pagano tutti i proprietari), e per due terzi degli eletti è espressione dei ceti censuari che pagano di più, quindi dei proprietari terrieri grandi e medio grandi. Per il resto, è fatta da nominati dei comuni».
«E se ogni anno tanti coltivi si salvano dalle inondazioni, non tutti sanno che quest’acqua, che non esonda in aree agricole, arriva pericolosamente sulle coste, lungo torrenti e fossi trasformati in canali di scolo, in autostrade dell’acqua, dove l’energia cinetica e potenziale del fluido è tale da creare disastri, e i disastri, annualmente, si vedono su tutto il territorio toscano, col loro bilancio tragico. Questi interventi vengono fatti in palese violazione della normativa di settore, in particolare della Delibera del Consiglio della Regione Toscana. Tanto è vero che sul sito del Consorzio Toscana Sud sono pubblicizzati interventi, effettuati a maggio, che sono tassativamente proibiti da marzo a giugno. Questi interventi sono vietati perché distruggono animali, nidi, habitat».