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Opposizione: «Equiparare Almirante e Berlinguer è un oltraggio alla storia della nostra città» video

Mozione Almirante - Berlinguer 2018

GROSSETO – «L’intitolazione di una via a Giorgio Almirante, di una via a Enrico Berlinguer e di una via alla ‘Pacificazione nazionale’, a sancire un’aberrante equiparazione tra fascismo e antifascismo, prima ancora che intollerabile risulta un atto sciocco e incomprensibile. Un atto che infligge una ferita alla nostra comunità, aprendo nuove divisioni quando invece ci sarebbe bisogno di maggiore coesione per rispondere ai bisogni reali dei cittadini. Un atto che nulla ha a che vedere con la storia della nostra comunità, e che anzi la oltraggia».

Per una città la toponomastica è uno strumento importante, perché consente di attribuire un nome ai luoghi in cui vive una moltitudine di persone, permettendo la nascita di un senso di appartenenza capace di rendere quella moltitudine una comunità». Affermano i consiglieri comunali di opposizione Carlo De Martis, Marilena del Santo (Lista Mascagni Sindaco), Lorenzo Mascagni, Manuele Bartalucci, Ciro Cirillo, Marco Di Giacopo, Catuscia Scoccati (PD).

«La storia moderna della nostra comunità non per caso ruota intorno alle Mura, lungo via Manetti, via Ximenes, via Fossombroni e via Porciatti, in memoria di coloro che aprirono Grosseto ad una nuova epoca. I primi contribuendo alla straordinaria opera della bonifica, Porciatti rinnovando l’architettura di Grosseto».

«Dopo la tragedia del fascismo e della seconda guerra mondiale, da cui la nostra città uscì devastata – proseguono -, i grossetani seppero ancora una volta guardare avanti, ma senza mai dimenticare di guardarsi indietro, come qualcuno oggi vorrebbe. Da una parte della città nacque un quartiere intorno al viale della Pace, da un’altra parte un viale fu intitolato alle Brigate Partigiane, giungendo fino a piazza della Libertà».

«In quegli anni Grosseto volle stringersi intorno ai propri martiri, ed ancora una volta la toponomastica ne fu espressione – proseguono i consiglieri -. Nacquero via Norma Parenti, dedicata alla partigiana di Massa Marittima, medaglia d’oro al valor militare trucidata dai fascisti e poi, nella Cittadella dello Studente, furono intitolate una via a Giuseppe Scopetani ed una ad Albo Bellucci, antifascisti grossetani deportati ed uccisi nei campi di sterminio nazisti. Nel centro storico una piazza fu dedicata alla memoria dei Martiri d’Istia, gli undici ragazzi, per lo più di Istia d’Ombrone, assassinati dai fascisti per essersi rifiutati di arruolarsi nella Repubblica di Salò».

«Nei decenni successivi l’evoluzione che ha interessato la nostra città ha reso via via più flebile quel senso di appartenenza e di comunità, che a maggior ragione deve essere coltivato da coloro ai quali, di volta in volta, i cittadini affidano l’amministrazione della città».

«Giorgio Almirante non fu solo protagonista della storia nazionale del nostro paese, assumendo negli anni più bui della Repubblica ruoli mai ben chiariti (pensiamo alla strage neofascista di Peteano, che nel 1972 provocò la morte di tre carabinieri, per la quale venne incriminato di favoreggiamento verso uno dei responsabili, scampando al processo solo grazie ad un’amnistia che si guardò bene dal rifiutare). Giorgio Almirante, a suo modo, ebbe un ruolo anche nella storia della nostra comunità locale». Si legge nella nota.

«Rivestì infatti incarichi di primo piano nella propaganda della politica razziale del regime fascista, di cui fu intransigente sostenitore, che condusse alla morte nei lager circa 6.000 italiani di religione ebraica, oltre trenta dei quali provenienti dalla Maremma e transitati nel campo di concentramento di Roccatederighi. Giorgio Almirante fu inoltre colui che firmò il ‘bando della morte’, con il quale si preannunciava la fucilazione degli sbandati e dei renitenti alla leva, legittimando quella ‘guerra ai civili’ che da noi condusse all’assassinio dei Martiri d’Istia ed alla strage degli 83 minatori della Niccioleta».

«Non è allora ‘solo’ questione di fascismo e antifascismo, rispetto al quale stendiamo un velo pietoso sulla dichiarazione del sindaco che al riguardo si proclama ‘agnostico’ (tralasciamo poi ogni commento riguardo all’atteggiamento pilatesco dei 5 Stelle, che non hanno partecipato al voto). E’ questione di rispetto verso la nostra comunità. La toponomastica è importante, si diceva. Gli amministratori del passato sono e saranno ricordati per aver omaggiato quanti resero possibile la rinascita di Grosseto, chi rendendo abitabile un intero territorio con l’opera delle bonifiche, chi restituendo a tutti la pace e la libertà. Per cosa saranno ricordati gli odierni amministratori? Ora la sappiamo. Per aver reso omaggio alla barbarie del fascismo e del razzismo, che così tanto dolore ha inferto alla nostra comunità». Conclude.

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