Politica

Crisi occupazionali, Pci: «Apriamo un tavolo tra forze politiche e istituzioni»

bandiera Partito comunista

GROSSETO – Sulla questione del lavoro per il PCI sarebbe ora di cambiare marcia da parte di tutte le forze politiche e delle istituzioni.

Il nostro Partito, come le altre forze politiche, ha espresso ed esprime la solidarietà a tutti i lavoratori i quali, da un giorno all’altro, vedono precipitare le proprie certezze verso il nulla grazie a licenziamenti, cassa integrazione ed altro.

Questo è avvenuto per il Pelagone dove quando il PCI dette notizia della crisi della struttura e del pericolo per i posti di lavoro, qualcuno gridò allo scandalo perché la notizia era allarmistica.

Così dicasi per gli autisti di scuolabus della ditta che si è aggiudicata l’appalto del trasporto scolastico a Follonica: lo stipendio continua ad arrivare in ritardo e magari per futuro ci sta che l’impresa, ad un certo punto, molli tutto lasciando a piedi gli studenti e senza retribuzione i lavoratori.

Così anche per i dipendenti dell’inceneritore che pagano lo scotto di una politica e di istituzioni che da anni non hanno saputo dare risposte logiche e pianificate il problema dei rifiuti, del loro smaltimento, della sicurezza per la salute e dei livelli occupazionali. Si passa da un ricorso all’altro senza vedere una programmazione che vada a risolvere tutti i problemi, scaricando il peso su lavoratori e ambiente.

Poi ci sono i lavoratori del porto di Scarlino dove si sta consumando l’ennesimo fallimento della politica e delle istituzioni che magari farà comodo al futuro acquirente per il quale i livelli occupazionali sono l’ultima cosa che interessa.

Si potrebbe proseguire con i lavoratori della Securpol, con Media Word e continuare l’elenco poi con tutte le situazioni di precariato introdotte con il Jobs Act e grazie all’abrogazione dell’art 18 che hanno legalizzato lo sfruttamento.

Per concludere non possiamo dimenticare l’emorragia di giovani che per vedere una busta paga, un posto di lavoro vero emigrano all’estero dai Paesi Scandinavi sino all’Albania, dove ricevono contratti regolari e stipendi regolarmente pagati e il sempre maggiore ricorso alla privatizzazione dei servizi alla persona, CUP e

Falusi per citare due esempi, che ha come obiettivo non la qualità dei servizi e la dignità del lavoro, ma solo ed esclusivamente il risparmio che a pagarlo sono in primo luogo utenti e dipendenti.

Bene per il PCI è venuta l’ora di smettere di dare la sola solidarietà, si deve passare ad azioni più incisive che coinvolgano le forze politiche, le organizzazioni sindacali e sveglino dal sonno anche gli amministratori locali perché nella provincia di Grosseto non si sta solo togliendo il lavoro ma uccidendo il futuro.

La proposta che il nostro Partito avanza e che rivolge a tutte le forze politiche interessate è quella di

organizzare un comitato provinciale sull’occupazione che intraprenda strade ed eventuali iniziative perché le istituzioni locali, e non solo, si impegnino a dare risposte e si mettano dalla parte dei lavoratori e dei diritti che sono sempre più calpestati da un mercato lanciato dalla politica degli ultimi anni.

Dobbiamo ricominciare a farci sentire, a stare insieme a chi perde la dignità e la certezza del futuro per questo avremmo piacere che politica ed istituzioni cominciassero a parlare di queste cose fondamentali per la vita delle nostre comunità. Questo significherebbe ritornare a fare quella politica vera, seria, sana che vive con la gente e lavora al servizio della società.

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