Volontariato

La Asl non rimborsa più i viaggi all’Avis: per il 2018 si teme un calo del 20% delle donazioni di sangue

prelievi sangue avis

GAVORRANO – Un calo delle donazioni del 20-25%. È quel che teme l’Avis di Gavorrano e Scarlino per il 2018: delle 1000-1100 donazioni annue se ne potrebbero perdere oltre 200. La Asl non pagherà più i rimborsi chilometrici alle Avis che dunque non avranno più risorse per accompagnare i donatori con i mezzi dell’associazione ai centri trasfusionali.

«Temiamo una progressiva carenza di donazioni – afferma Alessandro Ciacci, presidente Avis Gavorrano e Scarlino – negli ultimi tre anni da parte del Ministero ci sono stati tagli alle spese, tagli alle analisi fatte ai donatori. Se a queste si sommano i tagli ai rimborsi per i trasporti, il quadro si fa fosco».

I rimborsi riguardano infatti quelle Asl che non hanno il centro trasfusionale e che, in provincia di Grosseto, sono 22 su 28. Si tratta anche di diversi chilometri, specie al ritorno, quando il donatore è debilitato dalla donazione di sangue o plasma. «Per molti è difficile prendere anche il permesso da lavoro, per questo in molti si concentrano sempre più nel fine settimana». Praticamente l’Avis percepiva i rimborsi per i viaggi, e portava i donatori in genere a Grosseto «I centri di Follonica e Massa Marittima, che sarebbero più vicini, non riescono a far fronte a nuove richieste, a Follonica tra l’altro è aperto solo tre giorni a settimana. Avevamo provato, con la Asl, ad aggiungere un giorno e l’iniziativa aveva avuto un buon successo». Il timore dell’Avis è che si abbia un grosso calo delle donazioni, che va ad aggiungersi ad una situazione provinciale già in sofferenza.

Lo scorso anno la provincia ha perso 300 donazioni questo altre 280:un calo di 5-6 % a cui si sommerà dal 2018 quello di Gavorrano. «Il timore è che il sangue manchi, magari non per le emergenze, ma chi dovrà ad esempio, farsi un’intervento all’anca, una protesi, vedrà slittare l’appuntamento con la sala operatoria magari di due o tre mesi. Oppure significherà che l’ospedale dovrà andare a comprare plasma e derivati: un cane che si morde la coda. Non vogliamo fare allarmismi, ma il trend rischia di essere questo. Noi continueremo con il nostro impegno come sempre, faremo il massimo, ricordando che siamo tutti volontari».

«Abbiamo cercato di parlare con la Asl – gli fa eco Carlo Sestini presidente provinciale Avis – un anno fa abbiamo contattato la direzione amministrativa, ricordando che il rimborso per i viaggi dipendeva da una provincia obiettivamente mal distribuita da un punto di vista logistico, con ben 22 comuni su 28 senza centro per i donatori». Intanto dal primo aprile il servizio di trasporto è sospeso «Questo è un danno per tutta la comunità. Tuttavia non vogliamo fare allarmismo – conclude Ciacci – e anzi il nostro appello è proprio ai donatori: perché ricordino quella spinta che li ha portati a donare la prima volta e di non attendere un fatto eclatante, magari un terremoto che scuota le coscienze per recarsi ala centro trasfusionale».

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