GROSSETO – Un comizio lungo un’ora quello di Simone Di Stefano candidato premier di Casapound. Un comizio contro l’Europa e per l’uscita dall’euro, in cui ha attaccato tutti gli altri schieramenti, dal centrosdestra al centrosinistra al Monvimento 5 Stelle.
«È in corso un lavoro sotterraneo, per scavare sotto le fondamenta della nostra nazione minando il nostro futuro e le nostre prospettive – ha affermato -. Di qui a cinque anni sarà fatto un altro governo tecnico, come quello di Monti, perché lo vuole l’Europa. Per questo dobbiamo uscirne».
«Tutti i partiti stanno raccontando fandonie – prosegue -. Il centrodestra risulta sul piano nazionale una truffa con partiti su posizioni differenti: Berlusconi che va in Europa a incontrare quelli del partito popolare, Salvini che continua a parlare di cose che ci suonano bene ma sono irrealizzabili, Meloni che sta facendo una campagna elettorale con cartelloni in cui dice “Noi non vi tradiremo” perché sa già che il centrodestra tradirà gli elettori? Quello per il centrodestra è il voto più buttato».
«Anche chi è davvero di sinistra dovrebbe votare noi: una volta tutelavano il salario dei lavoratori o le delocalizzazioni ora queste cose nel programma le abbiamo noi. Il Movimento 5 Stelle aveva 160 parlamentari e non hanno fatto nulla. Avevano la forza fisica di fare qualcosa e invece non hanno fatto nulla. Nessuno sa neppure quale sia il loro programma a parte il reddito di cittadinaza che è una grossa bufala: te ne stai a casa per 700 euro al mese, ma questa non è vita, è schiavitù, perché la gente per sentirsi viva ha bisogno di lavorare. Cosa fai con 700 euro al mese? Stai a casa mangiare larve e cavallette, questo vogliono farci fare».
«Vogliamo tornare ad essere liberi, vogliamo la nostra moneta, l’euro vuol dire sterilità, perché la gente non fa più figli, perché non ci sono prospettive». E parlando di agricoltura afferma «Con noi prevarrà il principio che prima bisogna consumare quel che si produce in Italia e solo dopo importarlo dall’estero. Se un’azienda vuole andare a produrre fuori lo Stato deve comprare la fabbrica e i macchinari e produrre lui, ma quell’imprenditore in Italia non vende più».
Poi prosegue: «Il futuro a chi viene qui dobbiamo costruirglielo in Africa: non hanno le strade o le scuole? Gliele costruiamo noi in cambio dlele materie prime e a lavoro ci mettiamo quei ragazzoni che stanno nei centri di accoglienza».
«Dobbiamo essere inflessibili con chi sbaglia: dobbiamo legarli, caricarli e riportarli da dove vengono. Dobbiamo diventare cattivi o rischiamo l’anarchia: se non li buttiamo fuori ce li ritroviamo a fare a pezzi le persone, e questa è colpa dello Stato. L’Uniuone europea vuole che diventiamo il campo profughi di questo continente».
Gino Tornusciolo ha parlato poi di una «fiamma che si è accesa in ciascuno di noi Una fiamma di amor di Patria». «Noi siamo una delle parti migliori di questo paese e vogliamo che torni ad essere ciò che è sempre stato – conclude CasaPound -. Supereremo sicuramente il 3% perché abbiamo un programma politico serio e attuabile».
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