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Ecco la serra da 19 milioni di euro: garantirà 100 posti di lavoro. Al via le assunzioni fotogallery

Pogetto Sfera

GAVORRANO – Inizieranno la prossima settimana i lavori per la serra idroponica più grande d’Italia, una serra dedicata alla coltivazione “fuori suolo” di ortaggi e erbe aromatiche che sfrutta al massimo le acque piovane, arrivando a utilizzare fino al 90% in meno di acqua rispetto alla coltivazione a terra con una resa di dieci volte superiore.

Sostenibilità, efficienza e sicurezza sono le basi del progetto ambizioso di Sfera WaterFood, una startup lanciata lo scorso anno dall’ideatore Luigi Galimberti, che ha trovato nelle campagne gavorranesi il terreno perfetto per realizzare questa sfida con il futuro. La serra, infatti, utilizza la tecnologia idroponica per assicurare prodotti di qualità costante quasi tutto l’anno e contemporaneamente a basso impatto ambientale, grazie al recupero delle acque piovane, alla riduzione del consumo energetico fino al 75% e all’utilizzo di insetti antagonisti per combattere i parassiti.

Il progetto è stato presentato questa mattina in sala consiliare del Comune di Gavorrano alla quale erano presenti l’ideatore di Sfera, Luigi Galimberti, il presidente della Coldiretti Grosseto Marco Bruni, il sindaco Elisabetta Iacomelli e gli assessori Daniele Tonini, Giorgia Bettaccini, Ester Tutini. Ad illustrare tutti gli aspetti della serra idroponica, Luigi Galimberti che ha spiegato «Il progetto è altamente innovativo che sembra provenire da realtà imprenditoriali californiane o israeliane. Il nostro primo partner è la Gdo (grande distribuzione organizzata), perché sono operatori sensibili e interessati a soddisfare le richieste del consumatore che oggi è sempre più informato e consapevole nella scelta dei prodotti. Con loro abbiamo scelto cosa e quando produrre, la programmazione dei cicli per combattere lo spreco dovuto alle oscillazioni dei consumi e delle produzioni. Gdo perché per primi apprezzano i prodotti che arrivano da questa terra, ma soprattutto perché leggono i cambiamenti in atto, i temi come risparmio di acqua, utilizzo indiscriminato di pesticidi, politiche nei confronti dei lavoratori sono sempre più cari a consumatori e quindi determinano la scelta da parte della Gdo dei fornitori. Il futuro della Maremma è nell’eccellenza, fintanto che vedremo grandi campi con produzioni intensive, saremo perdenti. Questa terra, al fianco dei vigneti e oliveti che danno ottimi prodotti, dovrebbero avere produzioni di ortaggi di qualità».

Pogetto Sfera

Situato nella frazione di Castellaccia, l’impianto si estenderà per circa 20 ettari, di cui 13 saranno dedicati alla serra e quindi alla produzione degli ortaggi, in gran parte pomodori, mentre 7 ettari saranno dedicato alla raccolta di acque piovane in grandi bacini ed i locali tecnici. Inoltre è prevista la produzione di biomasse tramite la coltivazione di microalghe che serviranno per riscaldare le serre nei mesi invernali.

Fin dall’inizio la Coldiretti ha supportato il progetto. «L’innovazione nel settore primario è fondamentale per il futuro dell’agricoltura –ha dichiarato Marco Bruni, presidente Coldiretti Grosseto- Il progetto parte dai bisogni sia dei consumatori sia del territorio e sposa proprio i punti a Coldiretti cari; la tutela del territorio, lo sviluppo e l’innovazione. Abbiamo accompagnato il progetto perché siamo convinti che su questa strada del cambiamento dell’agricoltura bisogna essere attori e non spettatori».

Le ricadute occupazionali sul territorio sono importanti, Sfera, infatti, prevede l’assunzione di circa 100 persone, dai raccoglitori ai dirigenti. Le prime selezioni sono già in corso e una delegazione di 10-15 nuovi dipendenti partirà per i corsi di formazione, prima in Sicilia poi in Olanda, nel mese di settembre. Per chi fosse interessato è possibile mandare il proprio curriculum all’indirizzo di posta elettronica selezionegrosseto@gmail.com.

Per quanto riguarda l’investimento Luigi Galimberti ha spiegato che
«il settore del venture capital in Italia non è molto sviluppato, e in agricoltura si vedono ben pochi investimenti, ma nonostante tutto siamo riusciti a raccogliere capitali per 19 milioni di euro, segno che si può fare innovazione in agricoltura anche in Maremma, e possono farlo soprattutto i giovani. Mi piacerebbe lanciare un messaggio di speranza ai giovani di questa terra: non vi scoraggiate, puntate in alto e lavorate sodo. Far partire un progetto come Sfera è molto complesso e servono competenze specifiche, ma qualcosa di più piccolo si può fare e possono tutti».

Un investimento di 19 milioni di euro nel territorio comunale ovviamente trova anche l’entusiasmo dell’amministrazione comunale. L’assessore alle attività produttive Daniele Tonini ha definito il progetto «una pagina storica nel libro dell’agricoltura» mentre il sindaco Elisabetta Iacomelli ha sottolineato le opportunità per il territorio e la possibilità di investimenti importanti «Siamo sempre stati “famosi” per i nostri rigidi vincoli urbanistici, -ha detto- ma la nostra priorità è la salvaguardia del territorio. Abbiamo bisogno di inventarci e la realizzazione di questo progetto dimostra che è possibile creare opportunità economiche, occupazione e nello stesso tempo salvaguardare il territorio».

Sfera WaterFood ha scelto proprio la frazione di Castellaccia per la sua produzione ecosostenibile, una frazione che contemporaneamente è in discussione come eventuale sito di stoccaggio dei gessi rossi nella cava della Bartolina. E’ in corso, infatti, il Dibattito Pubblico sulla loro gestione. Il sindaco ha, però, sottolineato che le due realtà non sarebbero in conflitto. «E’ importante comprendere –ha detto il primo cittadino- che il dibattito pubblico innanzitutto pone una domanda: “Possiamo accogliere i gessi?” ma non sceglie assolutamente il sito di stoccaggio. Il processo ora è in fase di chiusura e valuteremo gli esiti con tutte le responsabilità del caso», mentre Luigi Galimberti di Sfera ha aggiunto «se i gessi vanno alla Bartolina non possiamo che sorvegliare con attenzione che le cose vadano fatte con tutti i criteri e decidere poi come piantare le nostre coltivazioni».

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