Uomo schiacciato dal trattore, Cia: «Agricoltori costretti a lavorare sino ad 80 anni»

trattore agricoltura campagna

GROSSETO – La Cia di Grosseto esprime “le più sentite condoglianze alla famiglia di Marino Chechi, morto mentre era al lavoro. Tutti noi conoscevamo Marino, e io personalmente ho potuto apprezzarlo come persona e come agricoltore.  Il nostro primo  pensiero va alla famiglia e al vuoto che lascerà e proprio intorno a loro,  in questo momento triste, la Confederazione si stringe. Un momento di forte dolore  quello che stiamo vivendo,  al quale si mescola la rabbia nel aver appreso che Marino ci ha lasciati mentre era al lavoro, e questo malgrado avesse 83 anni”. a parlare in una lettera aperta è il presidente provinciale Cia Enrico Rabazzi.

“Crediamo non sia più accettabile che un agricoltore,  che non ce la fa ad arrivare a fine mese a causa di una misera pensione, e questo dopo una vita durissima , sia costretto a continuare a lavorare – prosegue la Cia -. Non siamo a mettere in dubbio che molti agricoltori continuano a lavorare spinti dalla passione per la terra,  ma sappiamo con certezza che sono troppi quelli che devono integrare il reddito. Per questo non possiamo più tacere difronte allo scandalo che moltissimi ex agricoltori ricevono pensioni da fame e che sono dunque costretti ad arrangiarsi anche se sono in pensione”.

“Questa tragedia sarà dunque l’occasione per  sostenere con maggiore forza l’impegno e  il lavoro della nostra Associazione Pensionati – puntualizza Rabazzi -, le battaglie per rivendicare condizioni di vita più dignitose, pensioni adeguate ai tempi e soprattutto il diritto di trascorrere  gli ultimi anni della vita in serenità e non al lavoro per portare un pezzo di pane a casa”.

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