GROSSETO – Lo scorso 29 e 30 maggio a Grosseto si è tenuto un incontro tra rappresentanti dei diversi gruppi di interesse per discutere sulla gestione del lupo in provincia di Grosseto. Il workshop, organizzato dal progetto LIFE Medwolf, ha portato alla luce aspetti fondamentali che caratterizzano il contesto gestionale del territorio grossetano, e ha rappresentato una straordinaria opportunità di confronto tra persone che hanno idee e valori diversi.
“Siamo determinati a continuare un percorso che possa portare qualcosa di costruttivo al territorio grossetano – ha affermato Valeria Salvatori, responsabile del progetto LIFE Medwolf. Gli strumenti tecnici sono un presidio che abbiamo fornito agli allevatori, ma non può risolversi tutto solo con queste misure, il problema è complesso e deve essere affrontato in modo completo, prima di tutto ascoltando chi vive il territorio. Proseguiremo gli incontri e cercheremo di allargare questo confronto.”
Sono 10 le persone che hanno preso parte attiva al lavoro condotto in modalità partecipativa, appartenenti ai gruppi d’interesse maggiormente coinvolti: allevatori, cacciatori, animalisti e ambientalisti. Il confronto è avvenuto seguendo un rigoroso metodo già applicato in altre situazioni conflittuali da esperti internazionali, che sono stati contattati dallo staff di progetto e hanno trovato la situazione a Grosseto particolarmente interessante. Sono stati presenti anche loro, provenienti dall’Università di Aberdeen e di Edimburgo, fornendo suggerimenti su come gestire le moltissime istanze e osservazioni che sono emerse durante i due giorni di lavoro.
“Il conflitto che si è sviluppato in provincia di Grosseto – ha spiegato il professor Steve Redpath, esperto nella gestione dei conflitti con la fauna selvatica – ha una connotazione di tipo sociale che deve essere risolto attraverso un percorso di coinvolgimento delle diverse parti, e chiedendo a tutti di ascoltare gli altri prima di avere una risposta pronta”.
Per la prima volta in Toscana si sono ascoltate le posizioni di persone con diversi valori e punti di vista, e per la prima volta si sono condivise la disperazione, l’emotività, la frustrazione, ma anche il desiderio di conservare i territori in cui viviamo con la piena consapevolezza che nulla dovrebbe essere fatto senza il coinvolgimento dei diretti interessati.