Economia

Economia in picchiata: perdono tutti i settori. In Maremma domina il segno meno

La situazione economica delle piccole e micro imprese nello studio Trend, presentato dalla Cna

Bramerini Manuelli

GROSSETO – In flessione i ricavi e gli altri indicatori economici delle piccole imprese maremmane: è la situazione economica delle imprese artigiane registrata dal rapporto Trend, l’indagine congiunturale che ogni anno la Cna Toscana effettua per analizzare lo “stato di salute” delle medie, piccole e micro imprese della regione. Attraverso l’analisi dei dati contabili di centinaia di soggetti, campionati dall’Istat e con una copertura completa per i settori manifatturiero, delle costruzione e dei servizi, ma che non trascura i professionisti e chi opera nel settore della ristorazione, del turismo e del commercio, l’associazione degli artigiani fotografa l’esistente per individuare nuove linee di intervento.

E se per le Pmi toscane si registra una situazione economica a “orbita zero” sui ricavi pari al -0,5%, per le imprese maremmane si deve purtroppo attestare nel 2016 una vera e propria flessione del fatturato del -2,5%. “Si tratta – spiega Andrea Manuelli, della Local Global, consulente di Cna – di una fase congiunturale caratterizzata da una contrazione abbastanza generalizzata tra settori e territori”.

Il rapporto Trend prende a riferimento il periodo che va da gennaio a settembre e misura le principali variabili aziendali relative a costi e ricavi, alla spesa per i consumi e al costo per le retribuzioni.

“Nella nostra provincia – dice Anna Rita Bramerini, direttore di Cna Grosseto – la congiuntura economica della micro e piccola impresa è negativa, soprattutto per quanto riguarda i ricavi che, nel territorio, presentano un calo del giro d’affari trasversale ai principali settori economici intorno al -2,5%”. Una delle performance congiunturali peggiori su base regionale, che si somma alle tendenze negative riscontrate sul versante dei ricavi contoterzi (-2,9%), della spesa per consumi (-3,4%), ma sopratutto nella contrazione della spesa per le retribuzioni (-10,2%). Al contrario del resto della regione, dove il settore contoterzi tiene, la provincia di Grosseto presenta una tendenza negativa, così come caratterizzate dal segno meno sono anche le costruzioni, il sistema manifatturiero e il macrosettore dei servizi, che presenta una variazione negativa dei ricavi, pari al -2,7%.

In sostanziale pareggio, invece, è il settore dei servizi alle famiglie, che nel 2016 registra un +0,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre si registra un aumento dei ricavi sul commercio all’ingrosso, caratterizzato da un +5,2%. Gli altri comparti dei servizi, invece, sono caratterizzati dalla diminuzione: si va dal -1,4% per la ristorazione e il turismo, al -2,9% dei servizi alle imprese, passando per il -3,5% dei trasporti, il -5,1% del commercio al dettaglio e il -6,1% per le riparazioni.

In sofferenza anche il settore delle costruzioni dove l’attuale diminuzione dei ricavi va ben al di là della semplice fase recessiva. “in questo caso – spiega Anna Rita Bramerini, direttore di CNA Grosseto – ci troviamo di fronte a una crisi di settore di medio periodo, che caratterizza, però, tutta la regione”. Nel comparto delle costruzioni, infatti, sono in flessione sia i ricavi, con un -1,8%, sia le retribuzioni e i consumi. “Una sofferenza analoga – prosegue Bramerini – si registra anche nell’impiantistica, con un saldo negativo del -2,7%”.

Anche il sistema manifatturiero presenta una diminuzione dei ricavi del – 2,5%, fatta eccezione per il piccolo comparto provinciale della moda con ricavi del + 3,4% nei primi nove mesi del 2016. Sono in calo però il cosiddetto “altro manifatturiero”, con un -0,4%, il comparto della meccanica, con -4,7%, e il settore del legno-mobili, con il -7,7%.

Dopo le performance negative dei ricavi riferite al secondo e terzo trimestre del 2016 (è stata di -3,3% la variazione tendenziale per entrambi i periodi), le prospettive sono orientate verso una lieve stabilizzazione positiva. “Questo – conclude Manuelli – sarebbe coerente con la minor flessione del fatturato dei servizi e, soprattutto, con il rimbalzo positivo dei costi aziendali, che si attestano sul +3,9%, e che farebbero pensare a un lieve rialzo”.

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