ROCCALBEGNA – «Che cosa sta succedendo alla giustizia nei riguardi dell’ambiente?» A chiederlo è Roberto Marini delegato WWF per la Toscana che così commenta la scelta del tribunale di chiedere «l’archiviazione del procedimento a carico delle otto persone sorprese a cacciare in area protetta, prendendo quindi di fatto per buone le argomentazioni dei cacciatori».
«Da diversi anni il WWF segnala atti di bracconaggio all’interno delle riserve, ed in particolare Rocconi, nei comuni di Roccalbegna e Semproniano dove si sono registrati numerosi e gravi episodi che hanno messo a rischio anche la sicurezza dei visitatori. Ci preoccupa, in modo particolare, la situazione della caccia al cinghiale all’interno della Riserva Naturale di Rocconi». Prosegue la nota.
«Lo scorso gennaio la Polizia Provinciale ha sorpreso numerosi cacciatori (otto) appostati durante una battuta al cinghiale, proprio all’interno della Riserva Naturale di Rocconi. Uno dei cacciatori avrebbe anche cercato di difendersi mettendo in discussione l’evidenza dei fatti, accertati da agenti pubblici della Polizia Provinciale. Avrebbe infatti sostenuto che, in quei luoghi, si sarebbero già tenute altre battute di caccia e che i partecipanti sarebbero già stati controllati da altri organi di Polizia, senza che si rilevasse alcune irregolarità».
«Quello che ci stupisce è che sembra sia stata chiesta l’archiviazione del procedimento a carico delle otto persone sorprese a cacciare in area protetta, prendendo quindi di fatto per buone le argomentazioni dei cacciatori e, di fatto, sposando tesi interpretative datate e superate da anni di Giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione: ad esempio, accettare come scriminante che non ci fossero cartelli di “ divieto di caccia” che indicassero la presenza di una Riserva naturale, quando la Corte di Cassazione ha ormai pacificamente stabilito che non sia necessaria la presenza di tale cartellonistica, in quanto le cartografie ed i confini delle aree protette (parchi, riserve, etc.) sono pubblicate sulla Gazzetta ufficiale ed è dovere di chi va a caccia informarsi dello status giuridico del luogo prima di sparare! Sono troppi i “crimini di natura” che ancora oggi vengono sottovalutati ed è il momento di dire basta. Proprio per arginare i reati ambientali il WWF ha siglato un “protocollo di intesa” nel marzo scorso con il comando generale dell’Arma dei Carabinieri, chiamata oggi in maniera ancora più puntuale a tutelare il nostro patrimonio naturale ed ambientale con il recente accorpamento del Corpo Forestale dello Stato» Conclude il WWF.