Turismo

Federalberghi «Anche chi affitta casa deve pagare la tassa di soggiorno: lo dice la legge»

Federalberghi Maurizio Parrini Per Paolo Carpenetti

GROSSETO – Un mercato che si muove sottotraccia, e che muove decine di migliaia di euro sfuggendo ai controlli. È il mercato delle case in affitto. Un mercato che resta seminascosto e che, in certa misura, esiste da sempre, ma che, grazie anche ai siti on line specializzati, si sta ampliando sempre più.

Anche perché se una volta c’era chi, magari d’estate, affittava una stanza, o la seconda casa ai turisti, adesso c’è chi gestisce decine di appartamenti con fenomeni di evasione fiscale anche corposi. «La situazione è grave in tutta la provincia – afferma Maurizio Parrini presidente di Federalberghi – specie in merito all’estensione della tassa di soggiorno anche a affitti brevi e seconde case. Purtroppo i comuni non si sono mossi, a esclusione di quello di Castiglione della Pescaia che ha esteso la tassazione a questi soggetti così come previsto dalla legge regionale. Quello che chiediamo noi e che, siccome ci muoviamo nello stesso mercato, si debba sottostare anche alle stesse regole».

«Vogliamo – prosegue Parrini – che i comuni si sveglino e estendano la tassa di soggiorno alle seconde case. Da non sottovalutare l’aspetto della sicurezza: c’è una legge che obbliga chi affitta anche a un periodo inferiore rispetto ad un mese a comunicare i dati degli ospiti tramite il sito web “Alloggiati” della Questura, ma in molti non lo sanno e pochissimi lo fanno. E questo di fatto implica che venga meno il controllo del territorio, di chi viene in provincia, anche alla luce delle norme antiterrorismo».

Queste strutture sui portali dedicati spesso vengono vendute come strutture ricettive, di fatto senza averne le caratteristiche. Il fatto che il turismo sia materia regionale, e che ogni regione abbia leggi a sé certo non aiuta. Adesso la legge regionale stabilisce che ciò che viene affittato abbia “i requisiti strutturali e igienico-sanitari previsti per le case di civile abitazione, e condizioni di sicurezza e salubrità degli impianti”. Questo dovrebbe far venire meno l’abitudine di affittare anche i garage. Il problema è che non è chiaro come tali comunicazioni debbano essere fatte e chi controlli.

Praticamente il mercato si divide in locazioni turistiche imprenditoriali e non. Tra le “non” ci sono coloro che affittano non più di due appartamenti nello stesso stabile, o, se sono di più, per non oltre 80 comunicazioni di locazione. Ma non è chiaro come queste comunicazioni debbano essere fatte al Comune.

Il direttore di Federalberghi, Pier Paolo Carpenetti, sottolinea: «tenendo conto di quanto emerge da alcuni tra i maggiori siti che gestiscono questo genere di intermediazioni, AirB&B e Homeaway, a Follonica ci sono 450 case in affitto. A Grosseto se ne stimano circa 400 e altrettante ad Orbetello: le entrate potenziali per i comuni sarebbero cospicue. Anzi, se guardiamo la prima settimana di luglio, si parla già di 1232 appartamenti tra Follonica, Massa Marittima, Scarlino, Castiglione delle Pescaia, Grosseto, Manciano e Orbetello. Che poi sono i comuni che applicano la tassa di soggiorno».

Se si calcola una media di 2-3 ospiti ad appartamento, con una tassa di 50 centesimi, i comuni perdono 2 mila 2.500 euro solo in quella settimana. «50 mila euro per la provincia che restano nel limbo. Soldi che vengono persi, in servizi, anche dai cittadini. E ppi chi è questa gente? E chi si occupa di pulire le case, e gestirle? A Verona la municipale ha preso una persona l’ha messa davanti ad un computer e in quattro giorni ha recuperato 110 mila euro». continua Carpenetti.

Un problema a sé è poi quello dell’utilizzo della tassa di soggiorno. Federalberghi lamenta la mancata concertazione con i comuni che, ad esclusione di Castiglione della Pescaia, spesso «ci informano a cose fatte. Se questa è una tassa di scopo fatecelo vedere questo scopo».

A Follonica l’osservatorio si riunisce «una volta l’anno e su nostra sollecitazione, a Grosseto i 300 mila euro sono stati spesi per finanziare i lavori sulle Mura – prosegue Parrini – vorremmo che fossero utilizzati per c la promozione, l’accoglienza, l’ufficio informazioni e non tutti ai lavori pubblici».

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