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Alluvione, «Con la jeep portammo in ospedale una mamma che doveva partorire» Il ricordo di poliziotti e vigili fotogallery video

GROSSETO – È il racconto di quei giorni fatto dai poliziotti che erano in servizio e che adesso sono in pensione quello che ha rapito i giovani studenti delle scuole. Questa mattina presso la Questura e il comando dei Vigili del fuoco sono state inaugurate due mostre di mezzi e divise per ricordare l’alluvione del 66 a 50 anni. Ospiti speciali di questa prima giornata i ragazzino delle scuole. Il racconto vivido e vibrante di quella notte, e del giorno precedente, il racconto dei ponti crollati e dei giorni del fango ha affascinato i ragazzini.

«Ero in servizio presso la stradale di Arcidosso – ricorda Guido Filippetti – pioveva già dal giorno prima. Il 3 sera, alle 19.30 siamo partiti, io e il brigadiere, con una campagnola per andare a vedere come era la situazione dell’Ombrone. Arrivati al ponte sul torrente Fogna il ponte era parzialmente crollato. Non avevamo nulla per segnalare la cosa, e così ci siamo messi davanti al ponte con l’auto e quando vedevamo un mezzo arrivare dall’altro lato attraversavamo a piedi e per fermare le auto. Ad un certo punto il ponte è crollato del tutto».

Filippetti ricorda anche un lieto evento di quei giorni tragici «C’era una donna ad Aratrice che doveva partorire, aveva le doglie, ma l’ambulanza, essendo troppo bassa, non riusciva a passare come anche la levatrice. E così sono stati i poliziotti che, con la loro auto, sono andati a prendere la donna e l’hanno accompagnata all’ospedale dove ha dato alla luce un maschietto, nato proprio il giorno dell’alluvione.

Anche Nicola Tirabassi era in servizio ad Arcidosso, «pioveva da tre giorni. Il 3 novembre, di sera, andò via la luce e i telefoni smisero di funzionare. Quando ci siamo resi conto di cosa stava succedendo abbiamo dato l’allarme su Grosseto». I Vigili urbani di Grosseto hanno preso le moto e hanno cominciato a girare per le strade per avvertire tutti che stava arrivando la piena, di salire ai piani superiori di mettersi in salvo. Tra loro, come ricorda Felice Serra, allora capo della Municipale, Giuliano Bianchini, il vigile che, con la moto (che è in mostra nel piazzale dei Vigili del fuoco), andò a controllare, la mattina del 4, la situazione dell’argine e torno precipitosamente indietro inseguito dalla piena dell’Ombrone.

alluvione 66 polizia

«La gente era preoccupata – ricorda Tirabassi – venivano sotto il distaccamento di Arcidosso a chiedere notizie dei parenti a Grosseto. Allora ci attivammo, io accesi la moto che aveva l’altoparlante, chiedevamo informazioni a Grosseto e poi li riferivamo ai cittadini preoccupati. Quando arrivò la colonna mobile di 50 mezzi in soccorso tutti i ponti erano crollati, l’unico ponte in piedi era quello di Sasso d’Ombrone, partimmo da Arcidosso con la campagnola e facemmo da guida alla colonna mobile».

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