Amiata

Santa Fiora “mondiale”: Google racconterà a tutti il Museo delle Miniere

Museo Miniere Google

SANTA FIORA – Visibilità mondiale, nella nuova sezione Google di storia naturale, per il Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata, situato a Santa Fiora, in piazza Garibaldi, grazie ad un accordo tra Google Culturale Institute e l’associazione “Minatori per il Museo” che gestisce la struttura per conto del Comune. A partire da oggi, infatti, all’indirizzo g.co/naturalhistory gli utenti troveranno una nuova sezione tutta dedicata alla storia naturale, promossa da Google in partnership con alcune tra le istituzioni più importanti al mondo nel campo della storia naturale. In particolare la collaborazione con il Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata permetterà agli utenti di accedere ad una collezione digitale di 146 opere e di osservare una parte significativa dell’esposizione mineralogica del Museo. Alla presentazione del progetto, che si è tenuto il 13 settembre al Museo di Storia Naturale di Londra, l’associazione Minatori per il Museo di Santa Fiora, ha partecipato con Graziella Ciaffarafà.

“Per il comune di Santa Fiora e per tutta l’Amiata è una grande occasione di visibilità e di promozione – afferma soddisfatto il sindaco di Santa Fiora Federico Balocchi – il Museo delle Miniere di Mercurio e quindi santa Fiora, avranno immediato risalto sulla pagina di ricerche Google a livello mondiale. Inoltre, sarà dedicato al Museo un approfondimento espositivo virtuale con circa venti filmati e una gallery di fotografie d’epoca. Il museo sarà altresì visitabile virtualmente in stile street view. E considerato che gli altri siti museali presenti nella sezione storia naturale di Google,  – in tutto solo 60 –  sono strutture come il Museo di Storia Naturale di Londra, il Museo di Berlino, gli Uffizi di Firenze e il Moma, non c’è dubbio che si tratti di una presenza  altamente qualificante per il nostro piccolo ma prezioso Museo.”

“Un plauso all’associazione Minatori – continua il sindaco Federico Balocchi –  ed in particolare a Lucia Franceschelli, Alfonso Fiorentino e Graziella Ciaffarafà per il lavoro di inserimento, codifica ed elaborazione relativo all’esposizione virtuale. Un lavoro durato 18 mesi e realizzato totalmente a titolo gratuito.”

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