Protesta

Scuola del Pollino, i genitori «Ancora nessuna risposta, neppure dal provveditore»

genitori scuola Pollino

GROSSETO – «Stiamo aspettando la risposta del provveditore e tra dieci giorni inizia la scuola». Sono indignati i genitori dei bambini che quest’anno avrebbero dovuto frequentare la scuola del Pollino. Si sono rivolti alla preside, al sindaco e anche al provveditore, ma la situazione, al momento, sembra immutata.

Praticamente ai genitori, durante l’estate, è giunta la comunicazione che i 13 bambini iscritti nella scuola che si trova poco fuori Grosseto, non avrebbero più frequentato la scuola ma sarebbero stati trasferiti presso l’istituto di via De Amicis in Barbanella.

La preside, Alessandra Marrata, in una nota che si trova sul sito dell’istituto comprensivo (a questo LINK) e in una lettera ai genitori (LINK), spiega le ragioni di questo spostamento: «il numero massimo di bambini che può essere ospitato dalla struttura è pari a 12 (come da prescrizione ASL); inoltre il 40% dei bambini iscritti per l’anno scolastico alla sezione “il Pollino” risiede in città (quattro risiedono nel quartiere di Barbanella ed uno in zona Cittadella), mentre dei rimanenti solo due risiedono in zone di campagna comprese nello stradario della scuola; per poter aprire il plesso scolastico sarebbero necessari lavori di adeguamento a norma che comunque non permetterebbero di accogliere un maggior numero di bambini rispetto all’attuale a causa delle dimensioni dei locali a disposizione (per questa ragione l’amministrazione comunale ha ritenuto non opportuno effettuare l’adeguamento a norma del plesso e destinare invece fondi per effettuare i necessari lavori di manutenzione nel plesso di Barbanella che dovrà ospitare i bambini); nella dotazione organica dell’Istituto si registra una grande concentrazione di personale ausiliario non pienamente idoneo allo svolgimento delle mansioni proprie del profilo professionale di riferimento, situazione che si è ulteriormente aggravata nella prima settimana di agosto a seguito delle operazioni di mobilità e che rende impossibile assegnare al plesso una unità di personale in grado di garantire il servizio di assistenza ai bambini e un’adeguata pulizia dei locali (si precisa che, pur distribuendo tutto il personale in dotazione sui restanti plessi dell’Istituto, frequentato da circa 1400 studenti, saremo appena in grado di offrire all’utenza i servizi minimi indispensabili».

Quello che contestano i genitori sono soprattutto i tempi di questa decisione. «Molti di noi, avendo saputo che questa scuola non sarebbe stata disponibile, avrebbero fatto altre scelte. Siamo quasi tutto della zona del Casotto Pescatori e in molti avrebbero potuto mandare i propri figli a Marina di Grosseto. Adesso invece siamo costretti a mandare i bambini a Grosseto perché le scuole sono ormai piene e le classi fatte».

Per quanto riguarda poi i lavori e le prescrizioni della Asl i genitori che oggi hanno incontrato la stampa sottolineano «In realtà si tratta di interventi di poco conto, tutti risolvibili con un piccolo investimento: mancano le tende alle finestre, ci sono macchie di umidità sulla parete del bagno, ci sono solo due water, mancano serratura e campanello al cancello, nel corridoio c’è una vecchia fotocopiatrice che rende le pulizie più difficili e che va smaltita, e il frigorifero ha bisogno di manutenzione. Questa è una storia su cui pochi anni fa sono stati fatti 40 mila euro di interventi, lo scorso anno è stata cambiata la caldaia».

Un altro problema, quello che la Asl vede come più impellente, è poi la mancanza di attestazione dell’agibilità per la struttura (manca la documentazione), mancano poi i certificati che attestano la conformità degli impianti termico (anche se la caldaia è stata cambiata lo scorso anno) e elettrico.

«Il 15 luglio sono state pubblicate le graduatorie dei bambini che erano rientrati in questa scuola – continuano i genitori – e ad agosto l’asilo non c’era più. Ma la preside può svegliarsi una mattina e chiudere una scuola da un giorno ad un altro?»

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