Battaglia del latte

Etichetta del latte, Coldiretti: «finalmente in Europa si è aperta una possibilità»

Andrea Renna
- Foto d'Archivio

GROSSETO – “Nell’Unione Europea si è aperto finalmente un fronte nella battaglia per la qualità e la trasparenza dell’informazione sugli alimenti per dare possibilità ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli”. E’ quanto afferma il direttore di Coldiretti Grosseto, Andrea Renna, nel commentare la risposta positiva della Commissione europea alla richiesta da parte della Francia di sperimentare per due anni un regime di etichettatura di origine obbligatoria per il latte, e per latte e carni utilizzate come ingredienti nei prodotti alimentari preconfezionati secondo quanto indicato da una nota diffusa dal ministero dell’agricoltura di Parigi.

“Ora tocca all’Italia che – sottolinea Renna – ha inviato a Bruxelles un analogo provvedimento per l’etichettatura di origine obbligatoria per il latte e dei suoi derivati come annunciato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi in occasione della Giornata nazionale del latte Italiano promossa dalla Coldiretti dove siamo stati presenti con il presidente Marco Bruni ed una folta delegazione di imprenditori agricoli maremmani”..

“Un risultato che risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani che secondo la consultazione pubblica online del Ministero dell’agricoltura in più di 9 casi su 10 – continua Renna – considerano molto importante che l’etichetta riporti il Paese d’origine del latte fresco (95%) e dei prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi (90,84%), mentre per oltre il 76% lo è per il latte a lunga conservazione.

“Nella nostra provincia nonostante le gravi difficoltà gli allevatori continuano a produrre latte di qualità e di certa provenienza.  Un latte destinato al consumo fresco.  Con l’etichettatura di origine – precisa Marco Bruni – si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy che riguarda tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta”.

“Insomma le mucche da latte presenti in Italia, in Toscana e in Maremma, potranno finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, formaggi e yogurt che – conclude Renna  – è garantita a livelli di sicurezza e qualità superiore grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa”.

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