Tracciabilità e qualità

Olio tunisino, Confagricoltura «L’Europa vuole uccidere l’economia olivicola italiana»

Raccolta olive frantoio olio

GROSSETO – “Con la vicenda dell’olio tunisino vi è il chiaro intento dell’Europa di affossare l’economia olivicola italiana e, a ricaduta, quella toscana e maremmana”. Dopo che la Commissione Commercio Internazionale del Parlamento Europeo ha votato, nella seduta di lunedì, la proposta di importazione di 70mila tonnellate di olio (35mila all’anno) dalla Tunisia in Europa, esprime il suo parere il direttore di Confagricoltura Grosseto, Paolo Rossi, associazione agricola che già in passato aveva denunciato pubblicamente la scarsa attenzione che i burocrati del vecchio continente avevano già mostrato soprattutto nei confronti della agricoltura italiana.

“Si tratta di un progetto – aggiunge Rossi – immediatamente operativo, visto che sono autorizzate le importazioni a dazio zero dal Paese nordafricano già dal primo di gennaio e fino al 31 dicembre 2017. Questa è palesemente una misura che porterà nocumento, in primo luogo, al made in Italy. Perché – si chiede il direttore – tale azione si concretizza proprio adesso in un momento difficile e soprattutto a scapito degli imprenditori agricoli italiani, già oggetto di orpelli e carichi fiscali notevoli?” .

“Vorremmo pure comprendere se i nostri “politici” sono lì per difendere gli interessi dei produttori olivicoli italiani o se invece vogliono tutelare gli interessi della Tunisia, visto che la proposta della Mogherini è passata anche grazie al voto favorevole di alcuni eurodeputati italiani. Come è possibile adottare una misura come questa senza valutare le ricadute negative che essa porta, tenuto conto che già un precedente accordo di associazione autorizza l’ingresso di 56mila tonnellate di olio tunisino? Un vero e proprio oceano che invaderà il mercato comunitario causando un inevitabile ulteriore crollo del prezzo dell’olio italiano, ma è pure legato alla qualità del prodotto, alla certificazione d’origine e dunque alla sua tracciabilità alimentare”.

Per Rossi con una annata olearia come l’ultima, tra le migliori degli ultimi anni, sia per qualità che per quantità, gli olivicoltori avrebbero potuto riscattarsi. “Non era davvero il caso di una importazione così forte – commenta – perché è palese che vanificherà il margine di vantaggio competitivo su cui le nostre aziende avrebbero potuto contare.” Ma i pericoli non sarebbero finiti qui, perché si paleserebbe all’orizzonte un accordo di libero scambio fra la UE e la Tunisia, basato sulla liberalizzazione degli scambi tra i due territori. “E questa – conclude il direttore di Confagricoltura Grosseto – sarebbe davvero una invasione ingiustificabile, intollerabile e insostenibile, perché massacrerebbe la concorrenza dei nostri produttori”.

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