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Poste, incontro in Regione. Si lavora per trovare un accordo

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FIRENZE –  A Palazzo Strozzi Sacrati si continua a lavorare per tenere aperti gli uffici postali: tutti i cinquantanove di cui era stata annunciata la chiusura, compresi i diciassette che nel frattempo hanno tirato giù i battenti, e non solo i quarantadue per cui il Tar, a cui si erano rivolti i Comuni, ha imposto una sospensiva.  Stamani c’è stato infatti un nuovo incontro tra Poste e Regione, dopo quello della scorsa settimana. Erano presenti anche i rappresentanti dell’Anci, l’associazione dei comuni toscani, e il caposegreteria del sottosegretario Giacomelli, Alessio Beltrame.  Un terzo incontro è stato messo in calendario a breve.

La riunione è servita ad esaminare nel concreto, numeri alla mano,  servizi che potrebbero essere gestiti da Poste e far aumentare il volume di affari degli sportelli, a costo zero per la Regione e per le amministrazioni locali.

“E’ l’ipotesi scaturita dagli ultimi incontri e su cui stiamo lavorando, su suggerimento anche del sottosegretario Giacomelli” spiega il presidente della Toscana, Enrico Rossi. Una delle idee è quella di offrire a Poste la possibilità di vendere nei propri uffici biglietti ed abbonamenti per treni e bus, come oggi fanno tabaccai, bar e in qualche caso anche supermercati.  Il tutto, naturalmente, previo accordo con le aziende di trasporto. Altre ipotesi sotto osservazione riguardano servizi legati a prestazioni sanitarie.

“Apprezzo che nei diciassette uffici già chiusi Poste non abbia ancora disdetto i contratti di affitto – sottolinea Rossi -: vuol dire che c’è ancora la volontà di tenere una porta aperta. Il risultato per cui stiamo lavorando mi sembra vincente per tutti: per Poste che potrà aumentare il proprio volume di affari, per la Regione che vedrà garantito un miglior funzionamento della pubblica amministrazione e per il cittadino che non si vedrà chiudere l’ufficio postale e vedrà aumentare i servizi offerti”.

Il presidente della Toscana guarda poi oltre. “Negli ultimi anni ci siamo trovati di fronte a ripetuti piani di razionalizzazione degli uffici postali – conclude Rossi -. Il modello che proviamo a mettere ora in campo potrebbe essere risolutivo e scongiurare anche eventuali e possibili chiusure future”.

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