ORBETELLO – Sono atterrati nell’Oasi WWF della Laguna di Orbetello i 28 Ibis eremita che eseguono la migrazione controllata nell’ambito dell’innovativo progetto transnazionale UE Life+ ‘Reason for Hope’ portato avanti dai ricercatori austriaci della Waldrappteam. L’ibis eremita è una specie estinta in Europa allo stato selvatico da oltre 400 anni, ne rimangono poche decine di coppie nel resto del mondo. E’ proprio questo che ha indotto i ricercatori a fare un disperato tentativo per scongiurare l’estinzione definitiva in natura. La collaborazione con zoo europei che detenevano alcuni esemplari in cattività è stata fondamentale per mettere a disposizione le uova di questi uccelli che sono state amorevolmente “covate” grazie a delle incubatrici. I piccoli sono stati successivamente allevati dai volontari, che si sono sostituiti alle loro vere mamme pennute, insegnando loro anche a volare grazie all’utilizzo di speciali ultraleggeri a motore.
Passate le Alpi sono giunti in questi giorni a Orbetello, area strategica lungo la rotta migratoria per centinaia di specie di uccelli, dove passeranno tutto l’inverno e saranno seguiti dai volontari del Waldrappteam e dal personale del WWF Italia. Il gruppo era partito sabato 22 agosto da Salisburgo con qualche giorno di ritardo sulla data prevista a causa del maltempo, attraversando le Alpi (200 km a oltre 2.000 metri di altezza) e la laguna veneta.
L’ambizioso progetto di insegnare la rotta ai giovani ibis continuerà ancora nei prossimi anni, grazie ad un finanziamento europeo e con la partecipazione di partner europei e di WWF Oasi. Oltre a questi giovani, durante l’autunno è previsto l’arrivo degli uccelli nati negli scorsi anni, che da soli ripercorreranno la rotta migratoria verso Sud insegnata dai “genitori adottivi”.
“Il problema è proprio legato al ritorno degli esemplari che hanno imparato la rotta migratoria e che tornano da soli – sottolinea Fabio Cianchi, Responsabile delle Oasi WWF della provincia di Grosseto – perché il bracconaggio purtroppo ha letteralmente decimato il gruppo degli ibis negli anni scorsi. Grazie al GPS satellitare di cui sono muniti infatti, gli esemplari abbattuti sono stati tutti ritrovati. Per il WWF – conclude Cianchi – si tratta di un progetto pilota importante soprattutto per sperimentare, su animali nati in cattività, metodologie di reinserimento in natura il cui obiettivo è quello di salvare in qualche modo la specie dal baratro dell’estinzione. Ma il bracconaggio rischia di compromettere definitivamente il progetto”.
Dei 31 animali partiti dall’Austria, due risultano dispersi (è nato su Facebook un gruppo per ritrovarli) e uno, ferito, è in una clinica specializzata.