
di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – Sul tema dei rifiuti il Movimento 5 Stelle torna all’attacco con una ipotesi di azione che ha come obiettivo quello di annullare la delibera Ato relativa ai criteri per la ripartizione delle quote di partecipazione. I pentastellati, in sintesi, vorrebbero che venisse concesso ai comuni più virtuosi nella prevenzione e nella raccolta differenziata un maggior peso nell’assemblea, in modo da poter orientare le decisioni dell’Ato e la gestione del servizio vero gli obiettivi previsti dalla normativa nazionale e comunitario. «I criteri adottati dallo statuto di Ato vanno contro la scala gerarchica fissata nella direttiva della Comunità Europea e dal codice ambientale – spiega Claudio Fiori -. Sono disposizioni che ai primi posti mettono la prevenzione, il riutilizzo e all’ultimo lo smaltimento. Con i criteri Ato, invece, si attribuisce maggior peso ai comuni che producono più quantitativo di rifiuti. Inoltre si riconosce il 50% dei voti ai comuni sede di impianto. Nel rispetto della gerarchia l’entità del contributo deve essere inversamente proporzionale alla produzione di rifiuti».
Per questo l’azione che il Movimento 5 Stelle intende portare avanti nella domanda che verrà formulata al Tar verrà chiesto di ottenere dal gestore i dati effettivi e non quelli stimati a forfait sul numero dei cassonetti collocati sul territorio, come avvenuto sinora. «Almeno già dieci comuni della provincia di Grosseto dovrebbero aderire alla nostra ipotesi di azione – precisa Claudio Fiori -. Nell’attesa di ottenere la disposizione dei dati effettivi e necessari per la giusta applicazione dei criteri, l’unica procedura utilizzabile per far funzionare l’assemblea è quello di riconoscere un voto a ciascun comune, indipendentemente dalla popolazione».
Grazie al lavoro coordinato dal gruppo interprovinciale, inoltre, il Movimento 5 Stelle si è dotato di un documento redatto in 30 pagine che rappresenta un’analisi del servizio di gestione integrata dei rifiuti nell’Ato Toscana sud. «L’aspetto che balza agli occhi – spiega il consigliere comunale di Grosseto, Giacomo Gori -, è che non abbiamo trovato un dato utile alla giustificazione della spesa di oltre 6 milioni euro avvenuta nel 2014. Per il resto, come nostra abitudine, formuliamo alcune proposte. Pensiamo che si debba andare verso uno stravolgimento normativo con rivisitazione totale dell’Ato. In prima battuta c’è la risoluzione del conflitto di interessi, con l’uscita immediata di tutti gli enti pubblici dalla proprietà di tutte le società che partecipano alla filiera del ciclo integrato dei rifiuti. Al secondo punto c’è l’abrogazione dell’attuale Ato, con la formazione di un nuovo modello di gestione tramite strutture associative di competenza territoriale. Occorre poi un nuovo piano di gestione dei rifiuti, basato su appalti per sotto-ambiti territoriali omogenei, ovvero il contrario di ciò che ha fatto al Regione Toscana. Infine è opportuno giungere alla decadenza del contratto, aspetto quest’ultimo che non significa entrare nel caos, ma trovare forse di transizione, dato che le nostro sistema legislativo le pubbliche amministrazioni beneficiano addirittura del principio dell’autotutela».
Proprio nell’ottica del piano d’azione legato ai rifiuti e alla completa rivisitazione del sistema Ato, il Movimento 5 Stelle sta lavorando attraverso i propri consiglieri comunali all’azione in vari comuni. «A Grosseto – precisa Giacomo Gori -, stiamo aspettando il consiglio aperto sul tema, più volte promesso ma mai attuato. L’impressione è che si cerchi di ritardarlo il più possibile e questo fa capire molte cose sull’attuale amministrazione». «A Sorano l’amministrazione si è accorta dei costi raddoppiati sul tema dei rifiuti, quindi si sta cercando di cambiare rotta, anche se i rapporti con Ato sono limitati – dice Lavinia Montanini -. Abbiamo ritirato le nostre tre mozioni, ma ottenuto di elaborarne una quarta che porti al superamento del sistema Ato». «A Pitigliano abbiamo seguito da vicino i passi dell’amministrazione, provando a stimolare la giunta – aggiunge Lorenzo Olivotto -. I costi sono aumentati in maniera rilevante, così dopo un po’ di tempo hanno iniziato a vedere di buon occhio azioni alternative. Le nostre mozioni sono state bocciate, poi però l’amministrazione si è impegnata in uno studio, pagato con i soldi dei cittadini, sul tema dei rifiuti. Purtroppo siamo anche in una sacca politica che non conta niente». «A Follonica abbiamo portato delle mozioni in commissione, ma non abbiamo ricevuto risposte positive da parte dell’amministrazione – conclude Laura Pacini -, ci siamo sentiti dire che il rischio è quello di trovarsi con i cassonetti pieni e questo non rientra nella tutela dei cittadini. Quindi le nostre mozioni sono state bocciate, a livello di decoro però, viviamo situazioni di degrado».