Attualità

Concordia, nessuna richiesta dall’Argentario. «Danni per le vittime, non per il territorio»

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di Sabino Zuppa

MONTE ARGENTARIO – Nella corsa alle richieste di risarcimento alla Costa Crociere per i danni conseguenti al naufragio della Concordia manca forse un attore. Tra i vari enti territoriali che furono interessati c’è infatti il Comune di Monte Argentario che, con Porto Santo Stefano costituisce la longa manus del Giglio verso la terraferma.

Da qui si deve passare, da e per il Giglio, e tutto quello che succede e successe anche quella notte di gennaio sull’isola ebbe delle ripercussioni anche sulla terraferma del promontorio, che sono poi durate fino alla partenza del relitto. Spazi intasati intorno al porto del Valle, parcheggi occupati da tutti coloro che si sono recati a vario titoli all’isola, oltre al tran tran che si verificò quella famosa notte in cui anche gli argentarini intervennero in aiuto dei profughi meritandosi in seguito la medaglia d’oro.

Perché, dunque, il sindaco Arturo Cerulli, non ha partecipato alla causa di risarcimento alla Costa Crociere? «Veramente credo che quel tragico evento causò i suoi veri danni solamente a coloro che persero la vita ed alle loro famiglie – dice il sindaco di Monte Argentario – mentre non penso che tutte le altre categorie economiche, in particolare qui all’Argentario, abbiano avuto solamente risvolti negativi. E’ vero che quella notte e nei giorni seguenti fummo impegnati in una emergenza, ma di questo siamo stati ripagati ampiamente dalla medaglia d’oro perché è chiaro che non è pensabile materializzare economicamente degli aiuti umanitari|».

«Quanto al resto – prosegue Cerulli – penso che le attività economiche intorno al porto ed alle biglietterie abbiano tratto giovamento da questa situazione, lavorando anche fuori stagione, così come le compagnie di navigazione. Il promontorio stesso ha tratto visibilità internazionale vista la vicinanza all’isola, per cui non vedo come si sarebbero potuti giustificare dei danni da richiedere alla Costa Crociere. E poi lo ribadisco, tutti ricordano le mie dichiarazioni in tempi non sospetti – conclude Cerulli – io, il relitto della Concordia, lo avrei voluto qui davanti al porto in eterno, sempre qua in bella vista ad attrarre turisti e visitatori perché, è inutile negarlo, ora che il relitto non c’è più saranno in molti ad accorgersene economicamente».

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