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di Barbara Farnetani
GROSSETO – “Riformo io” si intitola così l’incontro evento organizzato dalla Cgil provinciale per «cambiare la pubblica amministrazione rendendola più efficiente e vicina al cittadino». «La riforma del titolo V della Costituzione dovrebbe andare di pari passo con la riorganizzazione di Enti locali e società partecipate» afferma il segretario della Cgil Claudio Renzetti. «Abbiamo sotto gli occhi la indeterminatezza creata dalla questione delle Province ed ora arriva anche quella delle Camere di commercio che svolgono una funzione importante di coordinamento, sono le stesse imprese che ne evidenziano l’importanza. Non abbiamo mai messo in discussione il loro ruolo, un conto invece è un modello di sviluppo diverso: rendere ai cittadini e alle imprese la vita più semplice. Ma non c’è nulla nella riforma Madia di tutta questa sburocratizzazione».
«La pubblica amministrazione non è uguale per tutti: troviamo eccessive alcune retribuzioni di alti manager – prosegue Renzetti – e scandaloso che non si intervenga sulla innumerevoli ed iper retribuite consulenze. Vogliamo ripartire dalla riforma Bassanini e consideriamo un paso indietro che la politica voglia nominare un 30% di dirigenti in più. Pensiamo che sia giusto rinnovare i contratti di lavoro, scaduti da 5 anni, non solo per l’adeguamento economico ma perché la contrattazione serve per migliorare la qualità dei servizi». Sono questi alcuni dei temi che verranno affrontati nell’incontro regionale “Riformo io”, che si svolgerà venerdì 12 settembre, dalle 16, presso il Greanaio Lorenese di Alberese.
«La Cgil – prosegue Renzetti – ha deciso di promuovere “Riformo Io!”, iniziativa che prima di tutto ha l’ambizione di far confrontare cittadini, lavoratori, imprese, amministratori, ragionando sul merito delle nostre proposte di cambiamento che partono da un punto di vista diverso: la pubblica amministrazione come “bene comune” di cui oggi c’è ancora più bisogno. Da anni avvertiamo e denunciamo l’inadeguatezza di regole e procedure che stanno alla base di inefficienze macroscopiche che danneggiano imprese e cittadini; da anni assistiamo alla sovrapposizione di “riformette” parziali e velleitarie, fra le quali la cosiddetta riforma Madia si contraddistingue solo per l’approccio autoritario nei confronti del sindacato, evitando ogni forma di confronto e puntando tutto su “punizioni” come mobilità obbligatoria, demansionamenti, taglio delle agibilità per i rappresentanti dei lavoratori».
«Alcune cose, come Cgil, le abbiamo chiarissime – afferma ancora il segretario provinciale -: anni di tagli lineari alle autonomie locali, in particolare a chi era stato più virtuoso, hanno penalizzato gli Enti locali senza produrre benefici, ed aggravando problemi già gravi. La modifica del Codice degli appalti è una priorità indifferibile, perché l’attuale sistema è farraginoso e lento, ma è altresì permeabile a infiltrazioni mafiose e alla corruzione, che tante risorse sottraggono allo sviluppo, e rimandarla ai tempi biblici di un disegno di legge crediamo che sia profondamente sbagliato. Su temi così importanti la Cgil non giocherà mai in difesa, e con le nostre proposte vogliamo dimostrare che non c’è da una parte chi tenta di conservare il vecchio e dall’altra chi prova ad introdurre innovazione nonostante le resistenze di certa gentaglia. C’è bisogno di riforme davvero rivoluzionarie ed epocali che semplifichino dalla troppa burocrazia e facciano accorciare i tempi di attesa per le autorizzazioni e agli sportelli, e che ridiano dignità alla scuola pubblica mortificata da oltre 20 anni di destrutturazione pianificata».
Per quanto riguarda i 150 mila precari che dovrebbero essere assunti, la Cgil parla di una operazione che garantirebbe di fatto un risparmio. Sino ad ora i precari, anche se avevano 20 anni di di lavoro alle spalle, non avevano scatti di anzianità e le assunzioni avvenivano a costo zero. Adesso dall’Europa arriverà una sentenza che invece dispone diversamente. Ma anche per quanto riguarda le Forze dell’ordine l’Europa ci ha condannato a pagare una sanzione per questa duplicazione dei corpi di polizia, tanto che il sindacato di polizia chiede che si giunga ad un unico corpo, ma anche che vengano meno gli scatti per i generali in pensione. La Cgil conclude chiedendo più coraggio, per fare delle vere riforme che aiutino i cittadini e ci aiutino ad uscire dalla crisi.
Info: www.cgilgrosseto.org/