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Giù le mani dalle quote del Coseca. I sindacati pronti a dare battaglia. «Non si vende ai privati»

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Giù le mani dalle quote del Coseca. I sindacati pronti a dare battaglia. «Non si vende ai privati»
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GROSSETO – giù le mani del Coseca. I sindacati non ci stanno e sulla possibilità di cedere le quote dei Comuni grossetani ai soci privati, Cgil, Cisl e Uil sono pronte a dare battaglia.

«La cartolarizzazione dei crediti vantati da Coseca nei confronti dei Comuni, e soprattutto la vendita delle quote societarie dei Comuni ai soci privati, chiuderebbe il cerchio perfetto di una strategia che Cgil Cisl e Uil avevano denunciato con la loro contrarietà all’affitto di ramo d’azienda di oltre metà del servizio di igiene urbana nella provincia di Grosseto».

Così intervengono i segretari delle tre sigle sindacli, Claudio Renzetti (Cgil), Fabrizio Milani (Cisl) e Gianni Baiocco (Uil).

«Se confermate, le anticipazioni uscite sulla stampa sulla cessione dei crediti e la vendita delle quote di SEI Toscana ad altri soggetti- aggiungono – che riteniamo non possano che essere i soci industriali della stessa Sei, si avrà la definitiva marginalizzazione del pubblico dalla società costituita per gestire il servizio integrato dei rifiuti nell’Ato Toscana Sud, almeno per la nostra provincia».

«Forse il percorso sarà anche legittimo, ma senz’altro è poco trasparente e chiude un’operazione iniziata anni fa, pensata e gestita da pochi, dietro alla quale c’è la regia politica di chi oggi ha ed ha avuto ruoli di primo piano nei Comuni».

«Secondo i patti parasociali, infatti, se in un primo tempo eventuali ricapitalizzazioni o variazioni delle quote sociali non produrranno cambiamenti negli assetti societari, questo avverrà nel giro di pochi anni, con la conseguente supremazia dei soci industriali su quelli pubblici. Da subito, invece, con la cessione dei crediti a un soggetto privato, l’Ato abdicherebbe alla sua funzione pubblica di tutela dei cittadini affidando, di fatto, il potere politico e di regolazione a chi detiene quello economico».

«Se così fosse si passerebbe da un confronto debole alle cessioni clandestine, fatte senza informare le parti sociali, i consigli comunali e i cittadini, con una partita strategica per il territorio grossetano, l’area vasta sud e per l’intero territorio regionale. Una partita che non può essere certo giocata nelle segrete stanze dai soliti pochi noti».

«Sempre se confermata questa operazione, iniziata con i patti parasociali pro-Cooplat, ancor di più ci convince della violazione senza dubbio sostanziale dello spirito della norma regionale.

In più, di fatto sarebbe aggirata con un escamotage, di cui verificheremo in sede legale la legittimità, anche la norma europea, consegnando ad un soggetto che non ha le caratteristiche richieste dalla legge un servizio a cui non avrebbe potuto avere accesso per costo e dimensioni.

Non abbiamo mai condiviso e continuiamo a non condividere le scelte fatte dai soci di Sei Toscana nei patti parasociali, ma il ricatto occupazionale ci ha costretto, a luglio, a sottoscrivere un accordo di tutela dei lavoratori grossetani coinvolti».

«In assenza a oggi di miglioramenti del servizio e delle condizioni di lavoro, questa ulteriore scelta non farà certo diminuire le tariffe. Motivo per cui ci opporremo duramente, chiamando la politica alle proprie responsabilità, coinvolgendo gli altri corpi intermedi, i cittadini e ricorrendo a ogni strumento democratico a disposizione del sindacato».

Daniele Reali
5 Settembre 2014 alle 20:18
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