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WWF: Ripascimento sbagliato, così si favorisce l’erosione

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ORBETELLO – «Dall’ammissione dei propri errori si potrebbe iniziare un nuovo percorso per una sistemazione più organica e duratura della spiaggia dell’Osa». Così il WWF parla del ripascimento dell’Osa Albegna. «Per esempio, affermare che la libecciata dell’8-10 luglio “in assenza dell’intervento di ripascimento avrebbe probabilmente provocato danni ed erosione del sistema dunale con costi di ripristino di gran lunga superiori a quelli dell’intervento” fa riflettere. E le prossime libecciate, allora? La strategia è quella di spendere 500.000 euro prima di ogni libecciata?».

«Analizzando quanto accaduto, si può facilmente arguire che: 1) il rapporto costi/benefici è decisamente troppo alto, a fronte dei risultati ottenuti; 2) agli occhi di tutti i campeggiatori, è parso che le argille fossero ben più del 2% – prosegue il WWF -. Comunque sia, già il 2% sarebbe inaccettabile per una spiaggia, sufficiente a danneggiare i popolamenti degli organismi dell’infauna e ad aumentare la torbidità, in seguito al moto ondoso, producendo danni alla vegetazione sommersa al largo, e rendendo permanentemente mal fruibile alla balneazione la zona sottocostiera; 3) l’innalzamento del fronte dunale potrebbe essere una soluzione, considerando che i marosi poi ridistribuiscano questo materiale secondo un gradiente di spiaggia, solo se si fossero presi materiali sabbiosi provenienti da altri luoghi (meglio se fossili). Ma si è andati a prendere la sabbia a poche centinaia di metri (foce Albegna) dal sito di ripascimento e poi ancora (risultando troppo argillosa, in corso d’opera) a un centinaio di metri dalla battigia!»

«In tal caso – puntualizza il WWF -, le fosse prodotte in mare vengono colmate dalle sabbie che gli sono intorno, creando smottamenti da quelle fosse verso la battigia (per gravità), mentre il materiale di ripascimento va a colmare gli smottamenti della linea di costa. Insomma si va a creare un dissesto geologico, interessando sabbie stabilizzate da tempo, e favorendo, alla fine, l’erosione, perché marosi e corrente trovano materiali già mossi, più facilmente trasportabili».

 

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