Torna l’appuntamento con la rubrica de IlGiunco.net “Hello Web, la comunicazione al tempo di internet”. Un generatore di false notizie genera lo scompiglio sul web tra ilarità e qualche malumore reale.
a cura di Marco Gasparri*
L’ultima moda che impazza su Facebook è creare bufale da condividere e divulgare. Questo è possibile per tutti grazie a Pinibook, un sito creato per generare automaticamente notizie false coinvolgendo un bersaglio a nostra scelta, meglio se iscritto ai social networks.
Ecco quindi che giornalmente compaiono tra i nostri “amici sociali” nuovi candidati a sindaco, ladri di scatolette, coltivatori di canapa indiana o ipotetici vincitori milionari al gratta e vinci.
Potrebbe succedere anche a voi, quindi, di essere oggetto di scherzo trovandovi coinvolti in spiacevoli storie di cronaca del tipo: “Ha dell’incredibile quanto avvenuto ieri sera, intorno alle 19:00, nei pressi di un noto supermercato della città. Maria Rossi, donna molto conosciuta in città, insospettabile per tanti, sarebbe stata sorpresa a rubare scatolette di carne all’interno dello stesso spaccio alimentare.”. Un articolo ben confezionato dove l’autore dello scherzo potrà anche inserire una foto della ignara vittima acquisendola dai social networks.
Ad una lettura più attenta appare ovvio che questi articoli siano delle bufale poichè, volutamente, contengono molti paradossi. Il problema è che sul web ormai nessuno legge più di qualche riga e non approfondendo la notizia si lascia incantare dal titolone finendo per ripostarla. Proprio così si creano le catene di bufale, condivise per migliaia di volte prima che qualcuno riesca a smentirle. Anche se la notizia è falsa sarà impossibile notificarlo alle migliaia di persone che l’hanno ormai presa per veritiera.
Le vittime di Pinibook subiscono degli scherzi che hanno una portata teoricamente internazionale: in un giorno vengono create centinaia di bufale. Andando ad indagare in sul sito, si scopre che tutti i falsi articoli vengono archiviati nel database, ma possono essere rimossi con una “apposita richiesta” fatta ai gestori del sito, senza ulteriori informazioni su che cosa significhi. Non c’è nessun indirizzo email e nessuna informazione di contatto.
Di chi è quindi la responsabilità? Pinibook specifica che l’utente che crea la falsa notizia è responsabile di quanto inserito e consapevole che si tratti di uno scherzo. Soprattutto, l’utente garantisce che il materiale non è lesivo, quindi è vietato trasmettere commenti e foto il cui contenuto è diffamatorio, ingiurioso, lesivo della privacy o comunque illecito. In realtà, è il testo della falsa notizia, generato automaticamente dal sito e identico per ogni vittima, che potrebbe risultare diffamatorio o ingiurioso. La diffamazione (art.595 del Codice penale) è una offesa qualunque, comunicata ad altri con qualsiasi mezzo, in assenza dell’offeso.
Se la catena è già partita e il danno purtroppo è fatto. L’unica cosa da fare è avvalersi della segnalazione su Facebook segnalando il link in quanto lesivo della nostra dignità. E da qui in poi si può sperare in un legittimo oblio.
Insomma se volete utilizzare Pinibook per fare uno scherzo accertatevi che la vittima sia davvero un vostro buona amico e che abbia senso dello humor. Da Gennaio, solo in Italia, sono già state decine le denunce per diffamazione proprio a causa di questo portale.
* Marco Gasparri è Direttore di Studio Kalimero, agenzia di comunicazione e marketing. Si occupa da sempre di innovazione e di divulgazione di nuovi media e tecnologie.