Corsi di lingua per stranieri, la Regione presenta il I censimento

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FIRENZE – Quanti sono i soggetti coinvolti nell’erogazione di corsi di lingua e cultura italiana (L2) per cittadini stranieri, quali sono i corsi stessi e gli allievi, quali sono le strategie portate avanti nei territori, le criticità emerse e gli elementi positivi. Il I rapporto sulla formazione linguistica per migranti adulti in Toscana, è stato presentato stamattina nell’Auditorium di Sant’Apollonia, a Firenze. Il Sistema Informativo Regionale Corsi Lingua Italiana, in sigla SIRCLI, è lo strumento realizzato dalla Regione attraverso la Rete dell’Osservatorio Sociale Regionale e degli Osservatori Sociali Provinciali per individuare e monitorare costantemente l’offerta linguistica di italiano per stranieri adulti.

“Un reale processo di integrazione – ha detto la vicepresidente Stefania Saccardi – non può prescindere dalla conoscenza della lingua italiana. Una lingua comune permette a uomini e donne di differenti culture e nazionalità di interagire, socializzare, confrontarsi. Per gli immigrati è un elemento spesso chiave per l’inserimento nel mondo lavorativo, in quello scolastico, nel contesto sociale. Su questo elemento di politica migratoria la Regione ha deciso di impegnarsi in modo importante. Le varie reti territoriali che si sono sviluppate nel frattempo – ha concluso – sono l’oggetto di questo sistema informativo. Un altro strumento fondamentale per la programmazione futura”.

Il database, che in questa prima edizione è stato creato grazie all’analisi dei questionari compilati da 125 soggetti gestori in un arco di tempo che va da ottobre 2013 a marzo 2014, ha anzitutto messo in evidenza la distinzione tra coloro che provengono dall’area dei CTP (Centri Territoriali Permanenti) e coloro legati al vasto arcipelago di associazioni e cooperative del privato sociale. L’indagine considera, in base alle risposte, 206 corsi (il 66% dei quali erogati dai CTP) e 978 allievi.

Soggetti gestori. Vanno evidenziati tre elementi: pluralità di soggetti coinvolti (che determina funzioni e modalità di lavoro diversificate e talvolta complementari), bagaglio pluriennale di esperienze pregresse nell’erogazione di corsi L2 (oltre il 45% ha più di 10 anni di esperienza), consistenza del fenomeno (negli ultimi 3 anni sono stati realizzati 1.960 corsi con una media per soggetto di 5,4 corsi l’anno). Il 44% dei gestori che hanno risposto fa parte di una rete: fissa, in virtù di accordi istituzionali (convenzioni, protocolli o accordi), oppure mobile, non formalizzata ed orientata secondo specifiche progettualità e bisogni.

Docenti. La presenza di insegnanti opportunamente formati è un elemento chiave per la qualità dei percorsi di integrazione linguistica. Al 1 giugno 2013 ne risultano 605 impegnati dai 125 soggetti gestori toscani: più di 2 su 3 sono coinvolti nel privato sociale, con una media per organizzazione di 6 docenti, mentre circa il 23% lavora nei CTP, con una media di 4,2. Tre i tipi di docenti: volontari (spesso insegnanti in pensione senza però specializzazioni in italiano L2); retribuiti interni ai CTP (molti dei quali con competenze specifiche); retribuiti con specializzazioni (operano nel privato sociale). Il 45% di tutti (retribuiti e volontari) possiede una specializzazione per la didattica L2, il 60% (nei CTP) insegna L2 da + di 5 anni.

I corsi. Quelli inseriti sono oltre 200 e la stragrande maggioranza (87,2%) è aperto a tutti gli utenti, anche se una piccola fetta si rivolge ad un target di sole donne (11,3%) o di soli uomini (1,5%). La formazione linguistica è spesso integrata da servizi e azioni diverse per rispondere positivamente ai bisogni dell’utenza (di tipo formativo, lavorativo e organizzativo, in particolare) e per porre le condizioni per agevolare una frequenza regolare al corso. I corsi sono totalmente gratuiti (83,4%), ma c’è chi chiede un piccolo contributo, anche simbolico (12,8%). In pochi casi il corso è interamente a pagamento (3,8%). Circa un terzo è aperto anche a utenti non UE senza permesso di soggiorno.

I corsisti. 74 sono le nazionalità censite: in testa senegalesi (15,3%), seguiti da marocchini (13,7%), albanesi (10,4%) e indiani (8,3 %). Circa il 62% del totale si concentra nella fascia di età 26-45 anni. Rispetto al genere, equilibrio tra utenti femmine (51%) e maschi (49%). I migranti sono venuti a conoscenza del corso con: passaparola (56,8%), attraverso la rete degli sportelli/centri per stranieri (19,5%) o la segnalazione da parte di sindacati e associazioni (9,9%). Motivi principali di partecipazione: maggior possibilità di trovare lavoro (36,4%), imparare lingua e cultura italiana (37%). Il 46,3% ha risposto di averlo frequentato per un obbligo di legge. Per oltre 7 utenti su 10 è stato il primo corso di lingua e cultura italiana, a riprova dell’esistenza di una fetta significativa di migranti non italofoni che hanno trascorso molti anni in Italia senza aver ricevuto una alfabetizzazione. L’80% circa degli allievi ha portato a termine il corso (470 su 592 beneficiari), un quinto non lo ha concluso.

Durante l’incontro è stato inoltre presentato il sistema georeferenziato e consultabile via web dell’offerta formativa, con le indicazioni e informazioni su enti e sedi dove si svolgono i corsi. L’indirizzo è: http://mappe.rete.toscana.it/webstat/index.html?area=sircli

 

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