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di Barbara Farnetani
NICCIOLETA – «La memoria non deve essere solo memoria, ma impegno, responsabilità, capacità di dare ogni giorno valore ai valori che in quella tragedia si sono rappresentati». Il ministro al lavoro Giuliano Poletti così commemora l’eccidio di Niccioleta a 70 anni da una strage che portò alla morte di 83 minatori, padri, figli, fratelli appartenenti ad una comunità per cui il lavoro della miniera era dignità e vita. «È bene che quella memoria non venga lavata, che noi si continui a ricordare e non accettare ciò che è stato come una parte morta de passato ma essere consapevoli che è un pezzo della nostra memoria e della nostra vita».
«La parola martire, in greco, significa testimone – ha aggiunto il sindaco di Massa Marittima Marcello Giutini – i minatori ci hanno lasciato la testimonianza dei loro valori che hanno difeso sino alla morte, difendendo la miniera hanno difeso il lavoro e la dignità che quel lavoro gli dava».
Alla commemorazione, che ha avuto il patrocinio della presidenza della Repubblica, ha partecipatoa nche il presidente della Provincia Leonardo Marras e il presidente dell’Anpi, Nello Bracalari che ha ricordato «Quando arrivarono gli americani portarono nuovi balli, nelle zone liberate si faceva festa e si vballava tutti assieme. Ricordo che arrivò un uomo e ci disse “stasera non si balla, a Niccioleta hanno ammazzato 83 minatori. Si sacrificarono per il bene comune, per il lavoro e la difesa di un intero territorio». Appena arrivato il ministro ha salutato Carolina Petroni moglie di Beniamino, morto nell’eccidio quando la figlia aveva solo 15 mesi. Poi il corteo ha raggiunto il cippo commemorativo dove è stata deposta una corona di alloro sotto le parole di Massimo Lippi “il fiore de la vita è qui reciso ma il vostro sangue è la certezza di un amore infinito”.
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