
FOLLONICA – Clima teso a Follonica per le primarie del centrosinistra. Chiamato in causa dal capogruppo Charlie Lynn, a intervenire questa volta è Andrea Benini (nella foto9, vicesindaco in carica e candidato nella corsa delle primarie.
«Negli anni – scrive Benini – si è distinto per aver fatto una miriade di accessi agli atti in quanto consigliere comunale di opposizione. E guarda caso – proprio a ridosso delle primarie – sferra un attacco del tutto fuorviante, gratuito e scorretto contro di me senza andare a vedere le carte. O meglio le carte Lynn le ha viste, come confermato dagli uffici comunali, ma nonostante questo ha voluto procedere nella sua “sparata”, motivato da un autismo politico che ormai da mesi lo spinge ad attaccarmi a priori, spesso senza nessuna attinenza nella scelta dei temi. Ma questa volta l’ha fatta grossa, facendo risultare addirittura il contrario di quanto accaduto realmente e di quanto spiegato nella stessa delibera (la numero 147,“Presa d’atto legale incaricato difesa penale per vicesindaco Benini) accusando addirittura attraverso il social network Facebook terze persone di pseudo-reati».
«Mi riservo di rivolgermi ai miei legali per prendere provvedimenti contro questo attacco ingiustificato e diffamatorio riferito a una delibera di giugno che, coincidenza, spunta fuori proprio nella settimana che precede le primarie. Se Lynn nutriva delle forti preoccupazioni poteva farle presenti mesi fa. Gli avrei spiegato serenamente quello che vado a chiarire adesso: alla votazione che mi riguardava di cui parla Lynn io non ho preso parte come dimostra il verbale della seduta di giunta».
«Sono uscito proprio per non creare conflitto – spiega il vicesindaco –: solo per un banale errore di trascrizione la delibera riporta la mia presenza, ma bastava che Lynn procedesse a uno degli accessi agli atti che tanto gli piacciono per verificare come era andata. Non solo: per difendermi davanti ai giudici sto pagando di tasca mia i legali e, in osservanza dei termini di legge, sarà eventualmente l’assicurazione del municipio, in caso di proscioglimento o assoluzione, e non l’ente comunale, a risarcirmi (fino a un massimo di 50.000 euro, cifra che non sarà superata come mi ha confermato l’avvocato) per le spese anticipate».
«La previsione di un possibile intervento monetario del Comune ha solo per legge uno scopo cautelare, ma il municipio non dovrà mai pagare nulla. In più solo per chiarirlo al capogruppo Lynn il fatto attribuito alla mia persona non ha recato nessun danno economico all’amministrazione comunale per questo il Comune non si costituisce parte civile, questo per rispondere anche ai consiglieri del Pdl. Prima di infamare forse sarebbe meglio informarsi: Lynn come altri ha preso fischi per fiaschi, o – peggio ancora – ha voluto strumentalizzare l’argomento in vista delle primarie di centrosinistra».