Politica

Canile e alluvione. La Rinascita non ci sta: «Amministrazione inconcludente»

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SCARLINO – È ancora il canile realizzato alla Botte a far discutere a Scarlino. Dopo le polemiche sollevate dal “comitato Parco Canile” per il nubifragio di giovedì scorso, è il gruppo consiliare “La Rinascita di Scarlino” a tornare sull’opera costato 700 mila euro.

«Ribadendo – scrivono dalla Rinascita – che non ci spieghiamo come sia stato possibile spendere una cifra di questa misura per uno stabile che, sotto gli occhi di tutti, pare valere molto meno, non possiamo evitare di soffermarci sugli esiti della procedura».

«Sui problemi, ancora una volta, che impediscono a questo gruppo dirigenziale (Scarlino, Comune capofila del progetto) di portar a termine un progetto. Ancora una volta, dopo il recente fallimento riconducibile alla scuola progettata in via Lelli e, a sua volta, immobilizzata da un ricorso accettato dal Tribunale Amministrativo Regionale si procede frustrati a un nuovo confronto che andrà avanti a suon di costose spallate in sede giudiziaria».

Un nuovo stop quello del canile che secondo la Rinascita allunga la lista dei progetti non realizzati: tra questi «centro giovani, pista ciclabile complesso scolastico, urbanizzazioni varie».

«Tutto rimane sospeso, come promessa perpetua, in attesa, a detta degli attuali amministratori, di una loro riconferma nella speranza di assistere a quello slancio sotto il segno della continuità che magari a Maggio l’attuale maggioranza avrebbe faccia tosta di venir a richiedere».

Rispetto poi alle critiche ricevute da sindaco e giunta per l’intervento della Rinascita nel dopo alluvione, il gruppo ci tiene a chiarire che la loro posizione non era contro la “macchina dei soccorsi” ma «sulle scelte di gestione del territorio».

«È – dicono della Rinascita – strumentale indice di malafede da parte di sindaco e delle giunta il tentativo di volerci contrapporre a quanti stanno ancora lavorando per gestire la difficile situazione salvando il salvabile.

Noi non abbiamo criticato la gestione dell’emergenza, bensì la confermata incapacità di evitarla».

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