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Ibriwolf: in Maremma, caso unico in Italia, il progetto per contrastare i predatori

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Ibriwolf: in Maremma, caso unico in Italia, il progetto per contrastare i predatori
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GROSSETO – Nei giorni scorsi è stato presentato nell’ambito del progetto europeo Life – Ibriwolf, il Piano Provinciale per la riduzione del randagismo, un documento pionieristico dal punto di vista della metodologia. Per la prima volta in Italia, infatti, è stato elaborato un programma sulla problematica degli ibridi di lupo, condiviso da tutti gli attori interessati: Istituzioni, Asl, ricercatori, allevatori, cacciatori e associazioni ambientaliste.

La proposta è il frutto di una concertazione durata un anno, in cui si è riusciti a fare una sintesi tra le diverse esigenze, indicando così azioni di rimozione, prevenzione e monitoraggio  efficaci e condivise per il contenimento del fenomeno.

Le misure programmate dai gruppi di interesse riguardano i diversi aspetti che incidono sul randagismo, si va dall’intensificazione delle catture all’acquisto di lettori di microchip; dalle campagne straordinarie di iscrizione all’Anagrafe canina agli incentivi all’adozione con prestazioni sanitarie gratuite, dalle campagne di sterilizzazione nei territori rurali alla formazione professionale per proprietari di cani, per medici veterinari, per funzionari della pubblica amministrazione e organi di vigilanza, alle campagne di sensibilizzazione sull’adozione e sul possesso responsabile dei cani.

“La Provincia di Grosseto è capofila di Life-Ibriwolf – spiega Enzo Rossi, assessore provinciale allo Sviluppo rurale – un progetto complesso e ambizioso, che ha come scopo quello di intercettare e rendere evidente la presenza di cani inselvatichiti e di ibridi sul territorio provinciale, richiamando l’attenzione del pubblico e di tutti gli operatori del comparto agro-pastorale al rispetto delle regole di polizia veterinaria che vietano di lasciare i cani liberi di vagare. Solo con l’assunzione, da parte di tutti, di comportamenti corretti, sarà possibile ridurre i fenomeni di ibridazione, tutelando così gli allevamenti e contribuendo alla difesa del patrimonio genetico del lupo. Inoltre, se tutti i Comuni del territorio aderissero e i gruppi di interesse coinvolti a questo Piano, mettendo in pratica tutte le azioni previste, nel corso di 3-5 anni si potrebbe verificare un aumento delle adozioni del 25%, che porterebbe ad un risparmio di 1milione e 200 mila euro circa, al netto degli investimenti previsti da tutte le misure. L’adozione del Piano è infatti, il primo importantissimo passo da fare ora e che impegna fattivamente tutti gli attori”.

Il lavoro che adesso attende il partenariato di Ibriwolf è quello di favorire un’adozione formale del Piano da parte di tutti i gruppi di interesse coinvolti e la costituzione di un tavolo tecnico con i loro rappresentanti, garantendo così il proseguimento del percorso partecipativo. Il Tavolo darà l’avvio alle azioni previste dal Piano, monitorandone   l’efficacia e adeguando le misure a seconda delle esigenze che verranno evidenziate sul campo.

Daniele Reali
26 Novembre 2013 alle 13:16
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