di Lorenzo Falconi
GROSSETO – La Tares? Meglio la Tarsu. Hanno pochi dubbi da Rete Imprese Italia Grosseto, almeno su ciò che sta accadendo attorno alla pressione fiscale e alla tassazione locale, aspetti che quotidianamente soffocano le aziende del territorio, sempre più a rischio chiusura. Per questo motivo lunedì 18 novembre, alle 15.30, alla sala Pegaso della Provincia, le associazioni di categoria incontreranno gli amministrazioni locali. Il messaggio è piuttosto semplice: chiedere a tutti i Comuni di rivedere l’attuazione della Tares, in quanto grazie alla legge di conversione approvata dal Senato il 24 ottobre, entro il 30 novembre è possibile deliberare il ritorno alla Tarsu rispettando il principio di copertura integrale del servizio rifiuti. Una richiesta che può sembrare una goccia in mezzo al mare dei problemi originati dalla crisi economica, ma che invece nasconde importanti novità. Con il blocco del passaggio alla Tares e mantenendo il regime di Tarsu finora applicato, si eviterebbe un ulteriore inasprimento del carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese produttive. Ad oggi, in provincia di Grosseto, solo il Comune di Massa Marittima ha scelto di applicare la Tarsu, mentre gli altri enti locali del territorio saranno invitati da Rete Imprese a ripensare la decisione in tema di imposte sui rifiuti.
«La decisione che è stata attuata dal governo centrale – spiega Gloria Faragli, direttore di Confesercenti Grosseto -, dimostra che i nostri allarmi sono fondati. Confidiamo quindi in un intervento da parte delle amministrazioni locali e che si dimostrino sensibili al problema facendo la scelta giusta». Va dritto al punto anche Mauro Ciani, segretario generale di Confartigianato Imprese Grosseto: «Serve collaborazione da parte degli amministratori locali – precisa -, altrimenti torniamo al concetto del “vedo, pago, voto”, con i contribuenti che daranno un loro giudizio su questo aspetto». Anche il quadro della situazione dipinto da Renzo Alessandri, direttore di Cna Grosseto, ha tinte fosche: «Un terzo del reddito delle imprese viene portato via dalla tassazione locale, al resto pensa quella nazionale – precisa -. I costi delle tasse non sono più compatibili con i bilanci delle aziende e il fondo del barile è già stato raschiato». Per Paolo Coli, direttore di Confcommercio Grosseto, «L’incidenza delle imposte è divenuta materia di sopravvivenza per le attività della provincia. Da qui a fine anno altre aziende del territorio chiuderanno e la Tares potrebbe risultare, in molti casi, la mazzata definitiva». Un grido di allarme univoco, quindi, che gli amministratori locali non potranno di certo ignorare.