Hello Web: la nuova rubrica de IlGiunco.net. «La rete e l’opinione pubblica»

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Nasce oggi con il primo appuntamento una nuova rubrica de IlGiunco.net. Si chiama “Hello Web, la comunicazione al tempo di internet”. Una finestra aperta sulla rete, uno spazio per capire come cambia il modo di comunicare, ma anche come cambia la nostra vita, oggi, con le nuove tecnologie digitali, con il web 2.0 e con tutte le piattaforme social a nostra disposizione.

a cura di Marco Gasparri

Una recente indagine del Censis sui consumi mediatici della popolazione italiana mette in evidenza che stanno salendo gli approvvigionamenti di informazioni da social network e motori di ricerca e stanno drasticamente scendono quelli da Tv tradizionale e quotidiani cartacei, soprattutto fra i giovani. Tra questi ultimi, infatti, la percentuale di utilizzo del web è salita al 90,8%, mentre tra gli anziani siamo al 24,7.

In particolare, tra i primi, bel il 79,9% utilizza YouTube; il 79,7% è iscritto a Facebook; il 54,8% degli under 30 usa telefoni smartphone sempre connessi in rete.
L’indagine, riferendosi ai giovani, parla di “nomadismo”, ovvero di un passaggio frenetico da un media all’altro senza soluzione di continuità e soprattutto senza distinzione a seconda dell’autorevolezza. Per i giovani le notizie apprese dal web valgono quanto quelle apprese da un quotidiano o da un telegiornale.

Insomma spesso ognuno di noi finisce per crearsi un proprio palinsesto a seconda delle proprie abitudini, dei propri stili di vita e dei propri gusti. Complici anche gli algoritmi di Google e Facebook, si rischia di finire quindi per entrare in contatto solo e soltanto con le opinioni che si vuole conoscere e non con temi a noi sgraditi.

Questo problema è ampiamente dibattuto nel libro The Filter Bubble, di Eli Pariser secondo cui, grazie ai suddetti algoritmi, che restituiscono informazioni in base alle abitudini degli utenti, si finisce per conversare solamente con persone che la pensano come noi e fruire di informazioni a noi affini. Un gran pericolo per il confronto democratico e la crescita socio culturale della pubblica opinione, poiché escludendo la molteplicità delle voci non si ha una reale percezione della realtà.

Internet ha favorito questo processo di frammentazione dell’informazione, ma è stato certamente favorito anche dal ruolo della comunicazione televisiva e cartacea di questi ultimi anni, quasi sempre teso a favorire le cerchie di potenti e a mettere in secondo piano le notizie scomode.

Inoltre nel nostro Paese non è mai stata intrapresa una vera e propria via alla formazione ed all’utilizzo consapevole della Rete. Si è parlato e si parla tanto di Agenda Digitale, ma la verità è che questo documento è da sempre tanto declamato a mai attuato. Contrariamente al resto dei paesi europei.

E’semplice comprendere perché i cittadini vadano ad informarsi altrove, creino addirittura l’informazione e vi sia questo “primato dell’opinione pubblica nella comunicazione orizzontale” di cui parla il Censis.

È difficile crearsi un’opinione solida e avere una chiara conoscenza dei fatti reali con la segmentazione informativa dei nostri giorni, ma non è certo colpa della Rete che, anzi offre opportunità. La responsabilità va ricercata in chi, tra le istituzioni del Paese e dell’informazione, non ha saputo adeguarsi e sopratutto gestire questo cambiamento.

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