Attualità

Una fiaccolata silenziosa per i morti di Lampedusa. «Serve un cambiamento nella società e nella gente»

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di Barbara Farnetani

GROSSETO – Una fiaccolata silenziosa. Un modo per non dimenticare, perché certe tragedie non diventino abitudine, perché non ci sia assuefazione. Ad un mese dai tragici eventi di Lampedusa, dove sono morti oltre 300 migranti, la Diocesi di Grosseto, anche grazie alla sensibilità di alcuni parrocchiani, ha deciso di organizzare un momento di riflessione. «Il titolo dscelto, “Lampedusa è qui” afferma il vescovo della Diocesi di Grosseto Rodolfo Cetoloni, perché si tratta di fatti che sono sempre più vicini a noi, e poi, chi approda là ha l’esigenza di essere accolto. Lampedusa è un punto di approdo per chi fugge dai problemi di nord Africa e Siria. Sarà presenta anche Firas Lufti, un frate francescano che sta studiando a Roma e che è stato in Siria e che ci porterà al sua testimonianza» ma ci sarà anche don Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa «Due fuoochi, Lampedusa e la Siria – prosegue il vescovo – con cui ci metteranno in contatto diretto, senza prediche. Abbiamo coinvolto anche le autorità civili così da poter condividere questo momento».

«Quello che accade, che sentiamo in tv – precisa Don Desiderio Gianfelici vicario generale della diocesi di Grosseto – ci coinvolge perché è la risposta alle domande che ci portiamo dentro in questo contesto storico. Da Lampedusa vorremmo importare la trasformazione che è in corso. Gli eventi cambiano le persone, a Lampedusa in principio erano preoccupati, ma questi sbarchi hanno cambiato la struttura antropologica di quella società, di quelle persone, e prima o poi succederà anche qui». «Dobbiamo porci delle domande su cosa sta avvenendo anche come città – puntualizza Davide Monaci, presidente diocesano dell’Azione Cattolica uno dei promotori dell’iniziativa – da questo momento deve nascere una riflessione perché quel che accade riguarda tutti noi». «La liturgia di oggi – fa notare Lorenzo Fantacci, responsabile fraternità laicale francescana della parrocchia di S. Lucia – afferma “Non siete più né stranieri né ospiti, ma cittadini”. Più che propporre soluzioni fermiamoci ad ascoltare dietro a tutto questo ci sono persone, storie di vita, aspettative… c’è bisogno di orecchie e cuore, il resto verrà».

La fiaccolata si svolgerà il 3 di novembre, ad un mese esatto dal naufragio dei profughi. Alla 21 i partecipanti si ritroveranno in piazza fratelli Rossellei, davanti alla Prefettura e poi si dirigeranno, silenziosamente, verso il Duomo, un modo anche per unire due realtà quella civile, del governo e quella religiosa. Una volta giunti davanti alla cattedrale sul sagrato verrà acceso un braciere per briciare incenso, verrà intonata ol silenzio, in segno di rispetto e si ascolteranno le testimonianze del parroco di Lampedusa e di frate Firsa Lufti.

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