Cronaca

Funghi velenosi, in 5 finiscono in ospedale. Anche una bimba di 11 anni

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GROSSETO – 5 persone intossicate da funghi. Tra loro anche un’intera famiglia. I primi a giungere al pronto soccorso sono stati una famiglia composti da padre di 46 anni e figlia di 11. Entrambi presentavano i sintomi di una violenta intossicazione tanto che per la bambina è stata necessaria anche una lavanda gastrica. Ad accompagnare i familiari la mamma che nonaveva consumato i funghi velenosi e ha potuto accompagnare figlia e marito al Misericordia. La famiglia aveva consumato l’Omphalotus olearius, responsabile di oltre il 20 per cento delle intossicazioni registrate in provincia di Grosseto e che viene di solito confuso con il Cantharellus cibarius, il giallarello, un fungo commestibile e prelibato.

Sabato sera è stata la volta di due coniugi di 73 e 69 anni, residenti nel comune di Civitella Paganico, che a pranzo avevano consumato una zuppa di funghi. Oltre a specie commestibili, i micologi della Asl 9, hanno trovato anche manine, rosselle e l’Entoloma lividum un fungo molto tossico che viene confuso con il Clitocybe nebularis, l’ordinale grigio, abitualmente utilizzato in Maremma benché anch’esso tossico se non ben cotto e se consumato in pasti ravvicinati. Infine, sempre sabato, un pensionato grossetano di 74 anni, ha consumato in casa, a cena, crostini con un sugo di porcini, ma anche Entoloma lividum. Si è sentito male poco dopo ed ha chiamato il 118, che lo ha portato al pronto soccorso.

Dopo le terapie del caso e periodo in osservazione, tutti e 5 sono stati dimessi. «Fortunatamente non si tratta di specie mortali e, peraltro, consumate in piccola quantità – commenta Leonardo Ginanneschi, responsabile dell’ispettorato micologico della Asl 9, che questo weekend è stato chiamato dai medici del pronto soccorso in consulenza, per stabilire la specie consumate dalle persone intossicate -. Tuttavia, questi funghi producono una violenta reazione gastroenterica e possono essere molto pericolosi, come avviene per ogni altra forma di intossicazione, nelle persone con altre patologie, renali, epatiche o cardiache».

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