a cura di Piero Simonetti
GAVORRANO – Il giorno successivo a quello dell’ingresso in Diocesi del nuovo vescovo grossetano, il francescano mons. Cetoloni, si svolgerà a Gavorrano la 21° edizione del Salto della Contessa, rievocazione della vicenda medievale di Pia Tolomei.
Mons. Rodolfo Cetoloni, appartenente all’Ordine dei Frati Minori – quindi francescano – è il 76° prelato alla guida del popolo maremmano, iniziando la numerazione dal primo vescovo noto (come da cronotassi del XVIII secolo scritta dall’Anichini) ossia da quel Vitelliano vescovo di Roselle nel 498. Da non dimenticare che nel 1138 la sede vescovile si trasferì da Roselle a Grosseto, al tempo di Rolando vescovo.
Alla vicenda della Pia Tolomei è legato invece quel Nello dei Pannocchieschi da Pietra signore del castello di Gavorrano e di altre rocche maremmane, noto più come marito della Pia del Purgatorio dantesco, che per altre peculiarità della sua esistenza.
Senza voler trasformare questa breve riflessione estiva in una relazione storica, non si può evitare di porre l’attenzione su uno dei numerosi aspetti che caratterizzano il testamento che lo stesso Nello fece a Gavorrano nel febbraio 1322, in camera plebis dicti castri, rogato dal notaio imperiale Francesco del fu Bizzino da Massa. Si tratta cioè di un lascito testamentario in denaro contante a beneficio dell’Ordine dei Frati Minori di Grosseto, estratto dall’originale come di seguito:
“Parimenti lasciò ed assegnò al luogo dei Frati Minori di Grosseto, per gli ornamenti della chiesa e per le altre necessità dei frati stessi, dieci Lire di denari senesi”.
Una cifra non esaltante ma che comunque corrispondeva, per esempio, all’ammontare del censo annuale che la Comunità del castello di Montieri versava a Siena in segno di sottomissione. Quindi una somma significativa che servì sicuramente a sostenere le varie iniziative dei francescani che operavano in terra grossetana da almeno un secolo. Ulteriori donazioni testamentarie furono elargite sempre ai Frati Minori di Siena, Massa Marittima, Castiglione della Pescaia, Piombino e Montieri, a dimostrazione dell’intensa penetrazione sul territorio dell’Ordine Francescano.