Attualità

Emergenza profughi: esperienza conclusa, tempo di bilanci

Luciano Fedeli

di Lorenzo Falconi

MASSA MARITTIMA – L’esperienza profughi in Maremma può dichiararsi conclusa, nel territorio ne restano solo 13, per vicissitudini sociali o di salute, a distanza di due anni nei quali è stata gestita l’emergenza. A tracciare un bilancio finale, con tanto di numeri, è Luciano Fedeli (nella foto), presidente della Società della Salute Colline Metallifere: «Nel nostro territorio abbiamo dimostrato di avere valori forti e per fortuna la situazione di gravità non è sfociata in altre emergenze. Di contro il nostro Stato non si è dimostrato pronto ad affrontare il problema, mentre in Francia e in Germania effettuano una integrazione effettiva». Nello specifico sono stati 171 gli ospiti delle strutture da aprile 2011, appartenenti a 17 nazionalità differenti, 16 africane e una asiatica. I minori, invece, sono stati 17, dei quali 12 nati nel territorio.

Il progetto profughi prevedeva la distinzione in tre fasi:  accoglienza, con l’organizzazione delle strutture, le profilassi sanitarie, l’identificazione e la sistemazione degli ospiti nei comuni di Massa Marittima, Montieri e Scarlino. L’assistenza, con vitto, alloggio, cure sanitarie, corsi di lingue. Infine l’autonomia, con pari opportunità, orientamento al lavoro e casa. «Occorre precisare che in fatto di lavoro – puntualizza Fedeli -, i profughi hanno seguito corsi di formazione. il lavoro devono cercarselo al pari degli italiani. E’ doveroso ribadirlo in tempi di crisi». Quanto ai costi economici del processo durato due anni, la cifra ammonta a 1milione e 922mila 694 euro, per la gestione dell’emergenza. «Sono fondi destinati a questo tipo di criticità – precisa ancora Fedeli -, non sono risorse derivate della nostra provincia, ma soldi che arrivano da Comunità Europea e Onu. Soldi che in parte sono rimasti sul territorio».

L’esperienza profughi, in ogni caso, può dirsi conclusa, ma un concetto emerge in maniera preponderante: alla fine del percorso, attraverso le numerose persone che hanno prestato opera di volontariato, si è creato un gruppo forte e molto coeso a livello sociale, perché questo tipo di emergenza, in conclusione, ha arricchito pure loro.

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