Politica

Dopo gli abbandoni, la reazione del Pdl: «Da Lolini caduta di stile, il partito non è finito»

di Daniele Reali

GROSSETO – «Chi pensa che il Pdl sia finito, se ne renderà conto il giorno dopo le elezioni». Ne è convinto Luca Agresti, coordinatore provinciale del partito che proprio in questi giorni viene rilanciato a livello nazionale da una nuova campagna di Silvio Berlusconi. Anche a livello locale il partito è pronto a correre, dice Agresti, anche se si è trovato a fare i conti con alcuni “addii eccellenti” (nella foto da sinistra: Fabrizio Viggiani, vice coordinatore, Alessandro Antichi, consigliere regionale, Luca Agresti, coordinatore, Monica Faenzi, deputato, Andrea Agresti, consigliere regionale). .

«Non nascondo che ci siano state difficoltà sopratutto per la scelta di appoggiare Monti – dice Agresti -, ma è anche che non si abbandona la nave nei momenti difficili» e sopratutto ad un mese dalla elezioni. Il riferimento è naturalmente alla “diaspora” che in pochi giorni ha visto lasciare il Pdl da parte di tre consiglieri comunali e di due consiglieri provinciali. Ma le critiche più dure Agresti le rivolge a Mario Lolini, candidato sindaco nel 2011 a Grosseto proprio per il Pdl e oggi fuori dal partito.

«A Grosseto – dice Agresti (nella foto) – si è creato un caso politico perché un partito come il nostro del 20% viene rappresentato in consiglio soltanto da due consiglieri a fronte dei cinque eletti». Ma mentre il Pdl sembra più indulgente con alcuni “ex” (Fabrizio Rossi e Pierfrancesco Angelini entrati in Fratelli d’Italia di La Russa, Meloni e Corsetto e rimasti in qualche modo nella famiglia del centrodestra o Alessandro De Carolis che si è dimesso da partito e carica) nei confronti di Lolini c’è un giudizio molto negativo. «La sua scelta di uscire sbattendo la porta è stata una caduta di stile» anche perché «non è vero che dentro il partito non si è fatta autocritica quando ci sono stati sconfitte e momenti difficili».

Un pensiero quello di Agresti che viene rafforzato anche dall’Onorevole Monica Faenzi. «Per noi non è un sorpresa – ha detto la Faenzi -: a metà della sua campagna elettorale da sindaco disse che non si sentiva più del Pdl». Per l’onorevole Faenzi, pronta per essere candidata di punta del Pdl in Toscana e inserita nelle posizioni di punta, non ci sono responsabilità del coordinatore Agresti in questa serie di “fughe” dal partito. «I veri guerrieri siamo noi» ha proseguito la Fanezi, quelli che sono rimasti e che sono pronti per la missione che li attende: «arginare la sinistra e combattere non tanto un avversario politico – ha detto la Faenzi – ma la crisi che sta attaccando il paese».

 

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