
GROSSETO – «La nave utilizzava carte digitali non riconosciute dalla Costa Crociere che prevedeva invece l’utilizzo di carte nautiche tradizionali» quelle cartacee per intenderci. Ad affermarlo l’avvocato Michele Conte, legale della famiglia del musicista Giuseppe Girolamo, il giovane che lasciò il suo posto sulla scialuppa ad un bambino restando per sempre intrappolato nella Concordia. Si tratta tra l’altro di uno dei due naufraghi ancora dispersi.
Secondo Bruno Neri, perito del Codacons, «il sistema Vdr (voyage data recorder) installato sulla nave non funzionava già dalla partenza, e Costa ne era al corrente». Alcuni avvocati hanno poi lamentato il fatto che non sia stato sequestrato il traffico telematico della nave, tra i molti documenti mancano dunque le mail che sono state scambiate tra la costa e i vari attori di questa vicenda.