GROSSETO – Ha deciso di rigettare tutte le eccezioni presentate dai difensori il gip Valeria Montesarchio. Tra queste, l’avvocato di Schettino, Bruno Leporatti, aveva avanzato perplessità sul ruolo del timoniere, a cui Schettino si sarebbe rivolto poco prima dell’impatto per mettere la barra a sinistra mentre sarebbe stata messa a destra, e da questa manovra errata sarebbe scaturito lo scontro con lo scoglio delle Scole. Leporatti aveva chiesto al Gip di ammettere il timoniere (che attualmente non risulta indagato) all’incidente probatorio ma il giudice, dopo un’ora e mezzo di camera di consiglio, ha respinto la richiesta.
Sempre la difesa di Schettino ha lamentato l’impossibilità di effettuare sopralluoghi sulla nave Concordia considerando che i luoghi sono stati modificati per l’operazione di rimozione del relitto. L’avvocato Leporatti ha sottolineato che in questo modo può utilizzare per la difesa di Schettino solo gli elementi di prova prodotti dall’indagine della Procura di Grosseto, che però ora sono irripetibili proprio a causa dei lavori per portare via il relitto. L’udienza è dunque ripartita con l’illustrazione della maxi perizia da parte del collegio tecnico.
Intanto alcuni naufraghi, sette cittadini bolognesi, hanno querelato la Costa Crociere, a renderlo noto il loro avvocato, Michelina Soriano (nella foto) che afferma però «ad oggi, la Procura di Grosseto non ha ancora iscritto nel registro degli indagati la compagnia. Sarebbe stata un’operazione dovuta ma ancora non abbiamo visto niente». L’avvocato Soriano, parlando dei propri assistiti, che sono rimasti feriti «tutti mentalmente e alcuni anche fisicamente» ha poi sottolineato come tutti e sette abbiano rifiutato il risarcimento proposto dalla compagnia Costa per il naufragio del 13 gennaio.
Domani ancora giornata tecnica, mentre mercoledi la parte forse emotivamente più coinvolgente, con le voci estratte dalla scatola nera e le risultanze delle indagini dei Ris.