Attualità

Tasse, parità di genere, governo tecnico: le domande a Mansi e Rosi

di Barbara Farnetani

GROSSETO – Non è stato solo un dibattito tra impresa e sindacato quello che si è svolto al Teatro degli Industri tra Antonella Mansi vicepresidente di Confindustria nazionale e Rosanna Rosi, responsabile politiche di genere per la Cgil nazionale. Ad intervenire con le proprie riflessioni e domande anche i tre capogruppo in consiglio provinciale Laura Cutini, Alessandro Ginanneschi De Carolis e Massimo Alessandri: «Il paese ha bisogno di occasioni di confronto come questa» ha affermato il capogruppo del gruppo misto in Consiglio provinciale Laura Cutini (nella foto a destra), che ha anche chiesto un impegno per la parità di genere. «Da imprenditrice – ha affermato – io pago le tasse, anche quando costa sacrificio e devo fare delle rinunce, e so anche che in altri paesi per evasione fiscale si va in carcere, però c’è bisogno di una minor pressione fiscale». Laura Cutini ha chiesto anche interventi concreti per favorire la parità tra uomini e donne.

«L’aliquota massima negli Stati Uniti è del 23% – ha proseguito Alessandro Ginanneschi De Carolis (nella foto a destra) capogruppo del Pdl – anche per questo per chi non paga è previsto il carcere. Non solo i lavoratori dipendenti pagano le tasse, spesso la gente non sa neppure quanto paghi di tasse il datore di lavoro per ogni dipendente. Ogni minuto – ha continuato De Carolis – spendiamo 40 mila euro per la spesa pubblica, nel 2006 il 60% di ciò che è stato prodotto è servito per mantenere la macchina burocraticae solo il 40% è andato ai singoli e alle imprese. Siamo arrivati al punto che i cittadini si ribelleranno perchè lo stato chiede troppo»

«Sono sconfortato dai dati del primo trimestre: continua la recessione mentre Usa e Giappone hanno una crescita dell1%» a parlare è Massimo Alessandri (nella foto a destra) capogruppo del centro sinistra in consiglio provinciale «ho accettato a malincuore questo governo tecnico, questo commissariamento della politica: la politica è stata messa da parte, il governo tecnico segna il passo, e confindustria e sindacati hanno una posizione critica rispetto alle misure messe in campo»

«La grande questione – ha risposto ai tre consiglieri Antonella Mansi – è costruire una grande visione di paese. Oggi abbiamo un governo che sta facendo delle scelte dettate da altri. L’idea di elezioni anticipate non è praticabile, persino la scadenza del governo è vista dagli investitori come un elemento critico e di instabilità. Sul tema della tassazione c’è il rischio di una fuga dei capitali, c’è poi la necessità di abbatere il debito che ci costa 80 miliardi di interessi annui. La quota di manifatturiero è scesa dal quinto all’ottavo posto, segno che servono serie politiche industriali»

«Quello delle donne nei posti chiave è un tema importante perché può essere un motivo forte di cambiamento: – ha confermato Rosi – secondo Bankitalia se nel 2010 si fosse raggiunto il 60% di occupazione femminile il Pil sarebbe dsalito del 7%. Vogliamo capire cosa il governo ha in serbo per la crescita: il welfare è un motore di sviluppo in cui investire, servizi agli anziani, asili, una rete di protezione e solidarietà a cui lo stato destinava, nel 2008 un miliardo e 400 milioni ridotti oggi a 114 milioni. Non si può tagliare indistintamente o i tagli diventano controproducenti.»

«Il ministro Passera – ha riassunto Mansi – ospite della Confartigianato nazionale, ha ricordato cosa è stato sin’ora fatto. Noi però non ne abbiamo la percezione, non voglio dire che non sia stato fatto nulla, forse ci vuole più tempo. Sono stati spesi 27 miliardi in infrastrutture per cantieri già attivati, garanzie della Bce per 20 miliardi, politiche per l’edilizia. È un pacchetto di misure che non sono la svolta della vita ma ci danno il segno positivo di un inizio di cambiamento. C’è un crollo della produzione a vantaggio dei paesi emergenti, qualche azienda però sta anche crescendo. Dobbiamo uscire dalla logioca del posto fisso e aiutare i giovani e chi vuole imprendere a partire»

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