BAGNO DI GAVORRANO – «Credo che se l’universo fosse un immenso essere umano io e mia moglie saremmo due insignificanti cellule collocate in due organi diametralmente opposti. Probabilmente lei sarebbe una papilla gustativa della lingua e io sarei un invisibile villo intestinale.» Si è aperto così, con la lettura da parte dell’attrice Cristina Presta di un brano tratto dal libro Amanita, il terzo appuntamento con Arci Book Cafè, la rassegna voluta da ArciNProgress per far conoscere e dare visibilità ai giovani scrittori locali. A dialogare con l’autore, Simone Pazzaglia, la giornalista del Giunco.net Barbara Farnetani.
Amanita, edito da Edizioni il Foglio, è il secondo libro di Pazzaglia, che già aveva riscosso un discreto successo con “Un paese di poveri pazzi e cani”, «un libro circolare – come lo ha definito lo stesso Pazzaglia – diverso da Amanita che ha un costrutto più lineare, una storia con un principio, uno svolgimento, e una fine.» Una storia cattiva quella di Amanita, cruda e anche un po’ grottesca, «con un’anima noir» ha detto l’autore, una coppia che sta insieme nonostante si detesti o forse anche grazie a questo, coltivando l’odio reciproco e trovando in questo la forza di andare avanti.
«Come capita in alcune case – ha sottolineato Simone Pazzaglia – magari senza giungere alle conseguenze estreme dei miei personaggi, famiglie in cui si sta insieme per abitudine, per ripicca, per farsi del male… famiglie che diventano campo di battaglia di continui dispetti e di una guerriglia quotidiana»
Molti i presenti in sala che avevano già letto il libro e che hanno colto l’occasione per confrontarsi con l’autore. Il consiglio di Simone Pazzaglia a tutti quei giovani che vogliono cimentarsi con la scrittura, poi, è stato quello di iniziare da storie brevi, racconti, e di leggere moltissimo e i generi più disparati così da coltivare un proprio stile personale che è fondamentale per ogni scrittore.
Sabato 16 giugno ultimo appuntamento con Arci Book Cafè con la presentazione da parte del giornalista Alfredo Faetti del libro del Caldanese Alberto Malossi “Una vita di aforismi”.
