di Barbara Farnetani
MASSA MARITTIMA – È stata il consigliere regionale Lucia Matergi a riportare a Massa Marittima il primo tricolore che sventolò nel nostro territorio subito dopo la proclamazione dell’Italia unita. La bandiera, che già nel 1867 entrò a far parte del neonato museo massetano del risorgimento, si trovava, dal 2003, esposta nella sala del Consiglio regionale a Firenze. La bandiera costituirà il nucleo attorno a cui si svilupperà il futuro museo del risorgimento a cui l’amministrazione di Massa Marittima sta lavorando. I molti cimeli di proprietà del comune, 7 camicie rosse, medaglie, alcuni moschetti, libri, documenti e corrispondenza appartenuta a Garibaldi verranno presto trasferiti, infatti, nella biblioteca comunale, attualmente in fase di ristrutturazione, lì dove si trovavano sino agli anni ’60. “Il progetto è quello di restituire il museo ai cittadini – afferma Roberta Pieraccioli direttore del sistema museale di Massa Marittima – nel frattempo si sta facendo l’inventario e la catalogazione dei cimeli, anche grazie al contributo dello studioso Antonio Gai, che ha lavorato su documenti storici dell’archivio.” A questo importante materiale, farà da cornice una mostra sul risorgimento in Maremma voluta dal presidente del Consiglio provinciale, Sergio Martini, e allestita per le celebrazioni del 150° dell’unità d’Italia. La mostra, costituita da una serie di pannelli che riproducono documenti e foto d’epoca, è stata donata dall’amministrazione provinciale a Massa Marittima proprio in vista della nascita del museo massetano del risorgimento.
“La storia di Massa Marittima – ha detto il sindaco Lidia Bai – è intrecciata al Risorgimento, anche per questo c’è una volontà forte di tenere viva la memoria del 150° dell’unità d’Italia. In questo anno abbiamo riscontrato una grande partecipazione di tutti: le scuole, i giovani, i singoli cittadini, che hanno esposto il tricolore alle finestre, in tutta Italia c’è stata una rinascita dello spirito unitario. Anche per questo – afferma ancora Bai – c’è un’emozione particolare per il ritorno della nostra bandiera, simbolo di un periodo cruciale della storia italiana; la riconsegna di questo vessillo, che va a concludere i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’unità d’Italia, ci ricorda il ruolo del nostro territorio in quelle lotte, e ci unisce a tutta la Toscana e alla penisola intera in un orgoglio ancora vivo per l’unità raggiunta”
“Questa bandiera – continua Lucia Matergi – racconta la storia di una terra impegnata nel risorgimento.” La scelta da parte della Regione di restituire a Massa la propria bandiera risponde ad una logica ben precisa “La Toscana è più ricca se i suoi territori sono ricchi dei propri tesori e simboli – afferma Matergi – e questo la Regione lo sa bene”
Lucia Matergi ha poi letto la lettera inviata dal presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci che ha affermato “Abbiamo esposto con onore questo simbolo, e il suo ritorno è il rafforzamento del legame tra il Consiglio regionale e il territorio.”
“E’ stato un anno importante per l’Italia e per la nostra comunità – ha sottolineato il Prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi – il nostro senso di unità ne è uscito rinvigorito” il questore Michele Laratta ha invece espresso gratitudine alla provincia di Grosseto per avergli dato l’occasione, nell’ambito dei festeggiamenti, di ristudiare la storia patria.
“Giuliano Amato, presidente del comitato celebrazioni per il centocinquantenario dell’unità d’Italia, ci esortò a far partecipare la comunità – ricorda Leonardo Marras, presidente della Provincia di Grosseto – noi lo abbiamo fatto coinvolgendo i bambini e invitandoli a scrivere una lettera alla loro cara Italia, ma anche lasciando che le varie comunità partecipassero a modo loro: proprio così si rappresenta ancora più forte l’unità nazionale.”
“Ad essere emerse come protagoniste sono state le associazioni, i giovani, le singole persone – ha affermato Sergio Martini, presidente del Consiglio provinciale – noi abbiamo scelto di rivolgerci ai giovani, agli studenti, al futuro, chiedendogli di trovare personaggi o avvenimenti legati al loro territorio. Grazie a questo lavoro sono emerse figure che hanno fornito il proprio contributo, da un punto di vista locale, all’unità d’Italia”
La mostra che ne è nata è stata smembrata in due tronconi, uno, quello di Massa, per la zona nord, l’altro, per la zona sud, “Troverà invece la sua sede definitiva ad Albinia” ha concluso Martini.
La giornata finale per le celebrazioni del centocinquantenario dell’unità d’Italia si è conclusa con la presentazione del libro di Massimo Novelli “La cambiale dei Mille”, una raccolta di racconti in cui la letteratura si intreccia alle storie di uomini, donne e ragazzi, che, quasi in sordina, parteciparono a quella che è la prima e forse l’unica grande epopea dell’Italia unita: l’impresa dei Mille.
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