di Barbara Farnetani
Giuncarico – “Voglio raccontarvi la Rivoluzione dei Gelasomini così come l’ho vissuta io nel mio paese” così la giornalista tunisina Zeyneb Dridi ha iniziato il suo racconto nell’ambito dell’incontro “Vento del sud” organizzato dall’Arci di Giuncarico in collaborazione con Anpi, Officina Hermes e “l’Italia sono anch’io”. “Tutto iniziò nel Giugno del 2008 – afferma Zeyneb Dridi – quando le forze dell’ordine tunisine arrestarono diversi dirigenti del movimento di protesta della città di Redeyef, nel sud della Tunisia.” “Le accuse, tutte molto gravi – continua la giornalista tunisina – volevano mettere fine a questa mobilitazione contro la povertà, la disoccupazione, le ingiustizie sociali che avevano unito tutta la popolazione del bacino delle miniere di Gafsa.” “Questo tentativo del potere costituito – sottolinea Dridi – riuscì solo a ritardare una protesta che poi, nel 2010, è inevitabilmente esplosa, incendiando la città di Sidi Bouzid, nel cuore della Tunisia, una città da 40 mila abitanti, il 70% dei quali disoccupati.” La giornalista racconta come tutto abbia avuto inizio, come spesso accade, dal sacrificio di una singola persona, Mohamed Bouazizi, 27 anni, un giovane laureato costretto, per mantenere la propria famiglia, a fare il venditore ambulante. Quando il ragazzo si è visto confiscare dalla polizia il proprio banchetto si è dato fuoco per protesta. Il cugino ha documentato l’immolazione di Bouazizi, postandola su facebook e di fatto dando la stura all’indignazione popolare. Zeyneb Dridi ha sottolineato il ruolo fondamentale dei social network e di internet nel diffondere le notizie nelle fasi preparatorie e poi in quelle più concitate della rivoluzione, sino alla cacciata del presidente Ben Ali.
La giornalista ha fatto poi un lungo inciso sulle elezioni, le prime libere per la Tunisia, vinte dal “più vecchio e conosciuto partito islamista del paese”. Il primo obiettivo del nuovo esecutivo è stato dare al paese una nuova costituzione. E proprio questa è la preoccupazione della parte più progressista del paese, a cui si aggiunge Zeyneb Dridi: “Una deriva anti modernizzante, dove venga meno l’uguaglianza tra uomo e donna, si ristabilisca la poligamia e si imponga nuovamente il velo alle donne.”
La testimonianza diretta della Primavera Araba non è stato però l’unico tema della serata. Dopo l’incontro le associazioni organizzatrici hanno promosso la sottoscrizione di due proposte di legge di iniziativa popolare ispirate al discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: la prima per una riforma della legge sulla cittadinanza, in modo che i bambini nati in Italia da genitori stranieri regolari possano diventare, a tutti gli effetti, cittadini italiani, mentre l’altra proposta di legge vuole consentire l’esercizio del diritto elettorale amministrativo a quei lavoratori regolarmente presenti in Italia da almeno cinque anni.
All’incontro hanno partecipato anche il segretario provinciale della Cgil Lorenzo Centenari, il sindaco di Gavorrano Massimo Borghi, il coordinatore provinciale dell’Italia dei Valori Mauro Pasquali, il segretario dell’Unione Comunale del Pd Massimo Vigni, il segretario comunale di Sel Nicola Menale, la presidente del circolo del Pdl di Gavorrano Muriel Berretti.
La serata si è poi conclusa con le musiche di Fabrizio De Andrè, riprodotta fedelmente durante il concerto della “Apocrifa Orchestra”.
[gallery link=”file”]